
di Valter Marcone
– Quando domani andrò – dice il verso
d’una canzone appena udita
alla radio. Quando domani andrò
tra lo spazio di un saluto e quello
più lungo d’un pensiero là dove
dorme il passero e canta la cicala
tra quelle alte mura solitarie
nate da crete dilavate
là dunque mi fermerò.
Là l’idea di vita si screzia
e anche se tra i poggi bruciati
e le sparse rocche ancora
senti voci e vedi ombre
passeggiare al sole, là
dove passarono con tormento
di padre in figlio intere generazioni
là il vento non si dà tempo
e la vita non può andargli dietro.
E’ quella la terra senza risposte
alle domande che improntarono
la nostra pena
la terra affaticata dal mare
dei mutamenti.
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