
di Giovanni Baiocchetti
Mentre il Centro Storico si prepara ad accogliere il tradizionale corteo della Perdonanza Celestiniana, nella caserma Pasquali si corre per abbigliare e truccare un folto numero di figuranti, tra truccatrici, sarte e parrucchiere.
{{*ExtraImg_252181_ArtImgCenter_281x500_}}Gli abiti che i figuranti stanno per indossare, di proprietà del Comune dell’Aquila, sono ricostruiti su immagini iconografiche del XIII secolo, prese da testi di storia e miniature e successivamente disegnati e in gran parte costruiti dalla dottoressa Giovanna Di Matteo.
{{*ExtraImg_252182_ArtImgCenter_281x500_}}
OCCHI PUNTATI SU: LA DAMA DELLA BOLLA – Anche la Dama della Bolla, Roxana Alejandra Oliveros García, si prepara per il Giubileo aquilano.
{{*ExtraImg_252187_ArtImgCenter_366x206_}}Parla di «dolore, sofferenza e distruzione» quando le chiediamo cosa ha provato al suo arrivo nel capoluogo abruzzese all’indomani del terremoto del 2009; ma non è la distruzione che l’ha spinta a restare.
«Già dalla mia esperienza come volontaria al campo Italtel 2 – ci dice – mi sono innamorata di questa città. Non sono aquilana ma amo L’Aquila e non so dire perché, un po’ come succede tra due innamorati».
{{*ExtraImg_252188_ArtImgCenter_500x281_}}Sugli aquilani dice: «Sono gente fiera della propria terra, che difendono fino alla morte. Anche io adesso mi sento aquilana, a dispetto di ciò che alcune persone mi dicono».
{{*ExtraImg_252189_ArtImgCenter_500x281_}}E sull’integrazione: «E’ un tema di scottante attualità e purtroppo oggi si generalizza sugli immigrati. Ma è anche con l’integrazione che L’Aquila può risorgere, perché, ad esempio, gli studenti stranieri sono una risorsa».
{{*ExtraImg_252190_ArtImgCenter_500x281_}}Roxana, che al momento lavora e studia italiano nel capoluogo abruzzese, a breve tenterà l’avventura universitaria, per studiare Lingue e Mediazione Culturale nell’ateneo aquilano.
{{*ExtraImg_252195_ArtImgCenter_206x366_}}OCCHI PUNTATI SU: IL GIOVIN SIGNORE – Anche il Giovin signore, Mirko Schiavone, si veste per il corteo storico. Si dice emozionato, «vestire questi panni, da ragazzo aquilano, è un onore grandissimo. L’Aquila è la città più bella del mondo per me – ironizza – e noi giovani non possiamo abbandonarla, perché siamo il futuro. Dire che all’Aquila non c’è niente è un errore perché qui c’è storia, cultura e turismo da valorizzare. La Perdonanza è un esempio»-