
«Dopo il 1973, anno della morte dello Zio Arcivescovo Monsignor Costantino Stella, sono tornato ([i]a L’Aquila[/i] Ndr) un paio di volte, alcuni anni fa. E’ la prima volta dopo il drammatico terremoto». Il cardinale Beniamino Stella, a cui quest’anno è stato affidato il sacro incarico dell’apertura della Porta Santa della basilica di Collemaggio, ha ricordato così, in apertura della sua omelia prima dell’inizio delle 24 ore del perdono, il suo legame con il capoluogo abruzzese. Il prelato, il 19 marzo del 1966, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale proprio dallo zio, monsignor Costantino Stella, arcivescovo dell’Aquila.
{{*ExtraImg_252282_ArtImgRight_300x200_}}Il cardinale Stella è arrivato in città ieri mattina e, prima della tradizionale cerimonia centrale della Perdonanza celestiniana, in forma strettamente privata ha reso omaggio alle vittime del sisma del 2009, sostando davanti la Casa dello studente in via XX Settembre. Ha poi visitato il Duomo e l’Episcopio, a cui lo legano molti ricordi vissuti durante l’episcopato aquilano dello zio monsignor Costantino. Infine ha voluto salutare le figlie di Celestino, le monache benedettine celestine nel Monastero di San Basilio.
L’omelia del cardinale Stella in occasione della santa messa che ha preceduto, ieri, l’apertura della porta Santa della basilica di Collemaggio si è interamente sviluppata intorno al tema del perdono, «una forma di ‘ecologia spirituale’, con cui si purifica l’ambiente umano inquinato dal peccato».
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