Asili nidi L’Aquila: le soluzioni possibili

3 settembre 2015 | 16:08
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Asili nidi L’Aquila: le soluzioni possibili

di Giovanni Baiocchetti

«Non possiamo prorogare i contratti a tempo determinato dei quindici educatori precari del Comune dell’Aquila che in questi ultimi anni hanno lavorato negli asili nido di proprietà comunale perché il Jobs Act vieta le proroghe dei contratti precari oltre i 36 mesi di lavoro».

È questo il problema legato alla vicenda della chiusura di due asili pubblici (Ape Tau e Primo Maggio) nel capoluogo abruzzese, spiegato questa mattina in conferenza stampa dall’assessore alle politiche sociali del Comune dell’Aquila, Emanuela Di Giovambattista.

«Per l’anno pedagogico imminente – dichiara l’assessore – apriremo solo il nido “del Viale”, attualmente dislocato in un Musp in via Ficara, dove lavorerà il personale educativo assunto a tempo indeterminato, mentre garantiremo alle altre famiglie di poter iscrivere i loro bambini presso strutture private convenzionate con il Comune, senza costi aggiuntivi».

«Si tratta di un problema che riguarda tante città italiane, capitale compresa – continua la Di Giovambattista – ma questa soluzione delle strutture convenzionate è solo una soluzione tampone; abbiamo già inviato al governo una richiesta di deroga al Jobs Act che ci possa permettere di far continuare a lavorare questi educatori sempre a tempo determinato, ma ancora non abbiamo ottenuto una risposta. Qualora questa dovesse essere negativa, stiamo già lavorando alla creazione di un bando di affidamento di queste strutture che rimarranno di proprietà comunale ma saranno gestite da cooperative private alle quali porremo le clausole della riassunzione di questi educatori che hanno lavorato per noi e del mantenimento dei prezzi di sempre. Il bando verrà pubblicato a breve ma, ricordo, solo in caso di un no dal governo alla nostra richiesta di deroga al Jobs Act».

Il problema precari, però, non riguarda solo i quindici educatori degli asili nido; sono oltre cinquanta, infatti, i precari del Comune con contratto in scadenza il 30 settembre, per i quali l’assessore al personale, Elisabetta Leone, ha chiesto un incontro al Ministero del Lavoro «che forse avrà luogo già la prossima settimana. In quella sede – spiega l’assessore – chiederemo proroghe ai contratti dei precari che, in caso positivo, andremmo comunque a stipendiare noi».

Il problema del personale è nato anni fa con il blocco statale delle assunzioni, che non ha permesso di sostituire completamente il personale andato in pensione ma solo in parte. All’indomani del terremoto, l’amministrazione comunale ha scelto di aprire tre asili comunali (a fronte dei due operanti fino al 2009), evitando un’eventuale diaspora di famiglie con bambini piccoli. Fino ad oggi, grazie a fondi della Protezione Civile prima e ad un progetto regionale vinto dal Comune dell’Aquila poi, si è riusciti a mantenere questa offerta. In molte città d’Italia, invece, si è provveduto all’esternalizzazione di queste strutture.

Oggi, a L’Aquila, con questo problema dei contratti, «non si può più garantire questa offerta». Rimane comunque l’intenzione di non esternalizzare queste strutture anche nelle parole dell’assessore Leone, «un patrimonio che ci ha contraddistinti in Italia per la qualità dei servizi».

Il concetto che «i servizi pubblici devono rimanere pubblici» viene ribadito in conferenza anche dal sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente.

«L’esperienza della gestione degli asili nido – dichiara – è un’orgoglio cittadino da anni che non vogliamo perdere. Ora bisogna mantenere qualità pedagogica dell’insegnamento e stipendi degli educatori che meritano giustamente un compenso per l’ottimo lavoro svolto finora. Quale percorso seguire, dunque? Non potendo essere più noi a pagare gli stipendi a questi lavoratori precari per via del Jobs Act, diamo in gestione queste strutture ad una cooperativa, che potrebbe essere formata dagli stessi educatori precari. In questo modo – continua il sindaco – non andremmo contro la legge e riusciremmo allo stesso tempo a mantenere queste strutture di proprietà pubblica. Per tutti gli altri precari del Comune, invece, attendiamo questo incontro imminente col governo a Roma».