
di Valter Marcone
Utilizzare la Perdonanza Celestiniana come fil rouge per riscoprire i gesti della fondazione della città di L’Aquila. Questo il senso della prima edizione della festa dei Quarti tenutasi nell’ambito della 721 Perdonanza lunedì 31 agosto nello scenario di Piazza Duomo.
Una festa dei Quarti che ha voluto mettere l’accento su momenti importantissimi come “ri-costruire” il tessuto sociale e identitario della comunità aquilana così fortemente segnata dal sisma del 2009; “recuperare” la partecipazione dei cittadini all’evento sollevandoli dal mero ruolo di spettatori a quello di custodi e protagonisti dell’evento; “promuovere” l’identità dei quattro Quarti, ricreando una connessione tra i poli antichi della fondazione della città e quelli nuovi, che caratterizzano oggi la struttura della comunità aquilana post-sisma; ricongiungere la città e il contado sotto le insegne dei rispettivi Quarti recuperando la partecipazione e l’integrazione tra gli aquilani, tra i tanti lavoratori, studenti e immigrati che nel tempo hanno stabilito nel territorio aquilano la loro residenza e le loro attività; “individuare” un percorso con i cittadini attivi, con le realtà associative ed economiche che insistono sul territorio per ricreare una identità duratura in grado di generare il integrazione, quindi il cambiamento.
La festa si è svolta con questo programma :15,30Racconto della fondazione della città;16-18S: sulle tracce della fondazione ,curiosità e simboli dell’integrazione con i ragazzi dai 12 ai 14 anni ;18,30 ricostruiamo i Quarti : la fantasia dei bambini incontra la storia dei Quarti.In collaborazione con il MuBAQ Museo dei bambini ;19,30 Ballo in tondo .Le iniziative della festa sono state particolarmente rivolte ai ragazzi e agli adolescenti e ai genitori accompagnatori e sono state preparate anche con attività di laboratorio in collaborazione con il Museo dei bambini durante i quali appunto sono stati studiati i monumenti e le locazioni, oltre ai paesi del territorio appartenenti ad ogni singolo quarto. Attività che poi durante la festa l’Archeoclub ha approfondito organizzando proprio una passeggiata nella città alla scoperta dei Quarti. Insieme con Archeo club hanno dato vita alle iniziative Policentrica che ne è stata l’ideatrice ( e che nei mesi scorsi ha interessato a questa iniziativa tutte le associazioni e i gruppi del territorio divisi per Quarti, Panta Rei che ha curato il racconto della fondazione della città e Jemo ‘nnanzi che ha curato una perfetta organizzazione. Il pomeriggio in Piazza Duomo è stato anche animato dai suoni medievali eseguiti dai musici Goffredo degli Esposti, Gabriele Russo con i musicanti Potestatis di Bevagna con la collaborazione del professor Francesco Zimei, mentre la Compagnia Rosso L’Aquila con i Bandierai dei 4 Quarti ha offerto azioni sceniche ed esibizioni degli sbandieratori.
Ma che cosa sono i Quarti? “I castelli che parteciparono alla fondazione del-l’Aquila , come si legge in “Sulle ali dell’Aquila Un viaggio nella storia della città , erano disseminati in un territorio molto vasto, che si estendeva da S. Benedetto in Perillis fino alle montagne di Antrodoco. Questo ampio spazio fu idealmente diviso in quattro parti, così ogni castello si trovò in una determinata porzione di territorio.Anche la città venne divisa in quattro parti, cioè in quattro quartieri o “quarti”….Ogni quarto della città corrispondeva alla porzione del vasto territorio in cui erano disseminati i castelli. In ogni quartiere c’era una chiesa più importante delle altre chiamata chiesa Capoquarto.
I quattro quartieri e le rispettive chiese Capoquarto erano: il quarto di Santa Maria con la chiesa di Santa Maria Paganica, il quarto di San Giorgio con la chiesa di Santa Giusta, il quarto di San Giovanni con la chiesa di San Marciano, il quarto di San Pietro con la chiesa di San Pietro di Coppito. La piazza del Mercato, non apparteneva a nessun quarto ma a tutti i cittadini.Ad ogni castello venne assegnato uno spazio determinato dentro ogni quarto. Questo spazio veniva chiamato “locale” e qui gli abitanti si trasferirono per costruire le loro case, la loro chiesa, la loro piazza con la fontana.Per esempio, gli abitanti del castello di Roio costruirono nel loro locale la chiesa di Santa Maria di Roio, che si trovava dentro il quarto di S. Giovanni. Ogni quarto era quindi costituito da diversi locali. Quasi tutti i castelli che parteciparono alla fondazione costruirono la loro piazza e la loro chiesa. Per questo motivo ancora oggi ci sono tante piazze e tante chiese al-l’Aquila”.
Questa prima festa dei Quarti vuole essere il preludio per rivitalizzare all’interno della perdonanza il ruolo dei Quarti con opportune iniziative che dovranno prendere uno spazio temporale della durata dell’intero anno (studi,seminari,ricerche sul campo,tradizione orale,manifestazioni,incontri di più associazioni sul tema ecc.). Un lavoro che dovrà interessare gli istituti scolastici .Un lavoro che detto per inciso coincide con le idee di uno studioso quale Salvatore Settis che ritiene propedeutici ad una buona conservazione e tutela della città di appartenenza, della sua unicità proprio questo lavoro teso a far sentire appunto i Quarti e la loro storia parti di una unica prospettiva. Che è quella che Calvino affida alla città invisibile quella che preesiste a quella visibile scrivendo: “nessuna città degli uomini può essere obbligata a restare immobile e uguale a se stessa, finirebbe col languire, disfarsi e sparire, e dunque verrebbe dimenticata. Il paradosso della memoria è che essa ha bisogno del mutamento, così come ha bisogno di conservare e ripetere se stessa; la città è ridondante: si ripete perché qualcosa arrivi a fissarsi nella mente,ripete i segni perché la città comincia a esistere”.
Ricominciare ad esistere della città dopo il terremoto del 2009 può trovare probabilmente in questo impegno di Policentrica una prospettiva nuova e diversa messa in evidenza dalla sua visione sistemica riassumibile in alcuni punti del suo pentalogo tra cui quello che ritiene la ricostruzione intesa come rigenerazione avendo come obiettivo la creazione di connessioni tra le maggiori strutture antropiche esistenti e/o nuove e i diversi ambienti naturalistici adiacenti. Connessioni che devono calarsi sul territorio del comprensorio avente come “cuore” la città-territorio dell’Aquila, attestata lungo l’intera fascia fluviale dell’Aterno (da considerarsi come una sorta di nuovo decumano massimo). Per arrivare ad un territorio che deve comprendere la città ed i borghi storici della tradizione, la città moderna e terziaria delle periferie ed i nuovi insediamenti nati dopo il sisma.
Tanto che Policentrica intende farsi promotrice del dialogo e della costruzione di una rete con le associazioni, con le pro-loco e con tutti i cittadini attivi perché le scelte riguardanti la Perdonanza, i nuovi Quarti e l’ identità aquilana raggiungano il più alto grado di condivisione da parte del popolo aquilano, composto da tutti coloro che insistono sul territorio aquilano, intra e extra moenia, nei vecchi e nei nuovi siti, siano essi aquilani o immigrati, studenti o lavoratori. Tutti devono sentirsi parte di questa città, di questo territorio e della sua storia.