
In agosto l’Asaps (Associazione sostenitori Polstrada), ha contato 113 episodi di pirateria stradale in Italia, con 23 morti e 110 feriti.
Nei primi otto mesi dell’anno le piraterie gravi sono state 693, con 94 vittime e 797 feriti. In pratica, in agosto si sono contate quasi il 25% delle vittime mortali di due interi quadrimestri. Nell’agosto del 2014 gli episodi furono 78, con 8 morti (triplicati quindi quest’anno) e una novantina di feriti. La positività ad alcol e droga, sempre con riferimento al solo agosto, schizza al 28%, percentuale che comprende solo i fuggitivi identificati, ai quali è stato possibile effettuare la verifica con etilometro o narcotest quasi nell’immediatezza dei fatti.
Il 58,4% dei pirati da inizio anno è stato comunque identificato e nelle sole piraterie mortali il dato aumenta al 74,7 per cento. Il 26% dei pirati identificati è straniero, ma sono stranieri anche il 10% delle vittime della pirateria. Tra le vittime al primo posto i pedoni, con 49 morti, poi i ciclisti, con 11.
Tra le regioni il primato è della Lombardia (117 episodi significativi), poi Lazio con 73 (30 piraterie gravi nella sola Roma), Veneto (70), Toscana (65), Emilia-Romagna (59). Al sud la Campania registra 53 eventi, Sicilia 44, Puglia 35.
L’Asaps, con le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, si domanda «quanto debba ancora durare la latitanza legislativa politica sull’omicidio stradale. Un provvedimento – sottolinea Biserni – che se aggiustato nelle sue previsioni di pena, con la revoca della patente da 15 fino a 30 anni, potrebbe essere una prima risposta alla ‘impunità sostanziale’ dei pirati della strada in Italia. Ormai è una questione morale».