
«Dopo la trasformazione in house, i dipendenti di Abruzzo Engineering rappresentano una bella gatta da pelare per la Regione Abruzzo, una bega che è costata a tutti i cittadini abruzzesi milioni di euro e che oggi costringe il Governo regionale a gestire una situazione che oscilla tra l’illegalità e l’eticamente scorretto».
Con queste parole i consiglieri regionali del M5S commentano le numerose nebulosità che si presentano nello ‘smistamento’ dei dipendenti di AE.
«Nulla di nuovo – sottolinea il Capogruppo Ranieri – avevamo già denunciato queste anomalie durante la storica commissione notturna nella quale si è svolta una dura battaglia per la legalità. Battaglia – continua – che abbiamo combattuto per sottolineare quelle criticità che oggi sono sotto gli occhi di tutti».
Infatti, accantonata del tutto l’idea della diffusione della banda larga, che secondo i piani originari avrebbe dovuto impegnare la nuova società della Regione, due terzi del personale di Abruzzo Engineering sarà utilizzato per l’USRA e la parte rimanente andrà invece agli uffici provinciali del Genio Civile. Una sistemazione che non convince affatto il M5S.
«Sebbene l’Ufficio per la Ricostruzione possa convenzionarsi direttamente e senza passare per appalto con Abruzzo Engeneering – spiega Ranieri – non è chiaro quanta attività AE possa cedere ad Enti che non siano la Regione. Del resto – continua – una società in House della Regione deve prestare i propri servizi prevalentemente ad essa, motivo per il quale viene finanziata con i soldi di tutti gli abruzzesi».
Ma un’altra grande anomalia riguarda le assunzioni: spiega ancora Ranieri «Resta da chiarire come sia possibile che in una società della Regione la grande maggioranza dei dipendenti sia assunta a chiamata diretta e sia stata assunta quindi senza aver superato un regolare concorso. Come se non bastasse – ribadisce il capogruppo pentastellato – l’USRA, che evidentemente non ha trovato tra il personale di Abruzzo Engeneering le professionalità di cui avrebbe avuto bisogno (o forse i nomi ed i cognomi che avrebbe voluto), si appresta a pagare 640 mila euro di compensi a 16 figure, scelte con una selezione per soli titoli e conclusasi il 3 di settembre, escludendo senza un fondato motivo gli idonei del RIPAM (il cosiddetto Concorsone)».
«La situazione è assolutamente insostenibile – conclude Gianluca Ranieri – faremo i dovuti approfondimenti e ci riserviamo di fare tutte le denunce del caso verso gli organi competenti. In Regione Abruzzo deve essere ripristinata la legalità – sentenzia Ranieri – i giochi politici del ‘sistema il tuo impiegato che io sistemo il mio’ non possono essere ulteriormente tollerati dai cittadini abruzzesi soprattutto da coloro che onestamente hanno partecipato ad un concorso e lo hanno vinto».