L’Aquila, mazzette per traslochi ex Onpi

Avrebbe incassato soldi in cambio dell’affidamento di incarichi per traslochi nella residenza per anziani ex Onpi: con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità un funzionario del Comune dell’Aquila, Patrizia Del Principe, è finita sotto inchiesta ed è stata sospesa dall’incarico pubblico.
I reati sarebbero stati commessi, secondo gli investigatori, nella sua veste di direttrice dell’ex Onpi. Indagato anche il legale rappresentante della ditta di traslochi ‘Logistica e servizi’, Bruno Galgani.
Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile. Secondo quanto si è appreso ad inchiodare i due sarebbero state le intercettazioni telefoniche, testimonianze e alcuni riscontri bancari.
L’ex direttore pro tempore dell’istituzione C.s.a (Centro Servizio Anziani), ex O.n.p.i. (Opera nazionale pensionati italiani), nonché attuale coordinatrice della medesima struttura, organo strumentale del Comune dell’Aquila, in particolare, è indagata per «aver indebitamente indotto un imprenditore, titolare della ditta di facchinaggio e traslochi denominata “Logistica & Servizi”, a darle 1.000 euro, con la promessa estorta di farsene dare altri 100 o 200, palesandogli, in caso contrario, l’interruzione dei rapporti lavorativi tra la predetta istituzione pubblica e l’azienda in questione».
L’imprenditore, anch’egli indagato, avrebbe «aderito alla richiesta, consegnando in contanti i soldi richiesti e promettendo di consegnare a breve altri 100 o 200 euro».
I «gravi indizi di colpevolezza» sono stati desunti, secondo gli investigatori, «dall’esame della documentazione acquisita presso il Comune dell’Aquila che evidenzia una richiesta di preventivo alla ditta “Logistica & Servizi” del luglio 2014, che, in pari data, consegnava l’offerta per il trasporto e rimontaggio del mobilio pari ad 13.500 euro + iva; con determina sempre di luglio 2014, la direttrice affidava alla ditta i lavori di trasporto, revisione e rimontaggio del mobilio di 36 camere del corpo D, per un importo di 13.500,00 + iva; con determina del novembre 2014 veniva liquidata la fattura emessa dalla ditta per un importo di euro 16.470,00 iva inclusa; nel marzo 2015 la direttrice inviava alla ditta una nuova richiesta di preventivo per i lavori di revisione e montaggio di una porzione di arredi depositatati presso la sede A.S.M. in località Bazzano, all’interno di mini appartamenti ubicati al piano terra dei corpi D e Z dell’immobile ex Onpi, assegnazione già prospettata al titolare con largo anticipo; dall’esame della documentazione bancaria sono stati eseguiti anche i necessari riscontri sugli estratti conto del c/c dell’imprenditore».
Gli investigatori si sono avvalsi anche di testimonianze, tra cui le dichiarazioni spontanee dello stesso imprenditore indagato (rese durante la perquisizione domiciliare da lui subita nel corso delle indagini) e del contenuto delle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno evidenziato «l’esistenza di un rapporto monetario tra i due, in cui il prestatore d’opera doveva consegnare del denaro, peraltro in contanti, alla direttrice; dal tono e dai riferimenti usati, la funzionaria allude anche ai possibili futuri lavori da assegnare all’imprenditore direttamente, ovvero senza gara pubblica o comparazione di prezzi; l’uomo riceve indicazioni su come compilare correttamente la fattura in modo da incassare rapidamente il corrispettivo di 13.500 uro più iva, deliberato dal pubblico ufficiale con propria determina dirigenziale, incasso che effettivamente avverrà il 18.11.2014, con un bonifico di euro 16.466,31».
A parere della Procura e del G.I.P., «non aderire – spiegano gli investigatori – alle richieste economiche del Pubblico Ufficiale avrebbe comportato per il titolare della ditta, quale conseguenza negativa, la perdita dell’opportunità di essere incaricato per l’esecuzione di lavori futuri: la sua piena adesione alle illecite richieste e il conseguente gradimento che ne derivava, determinava il proseguimento del rapporto lavorativo e il conferimento di nuovi incarichi. D’altro canto l’uomo nulla fa per opporsi alla volontà del funzionario e ne segue dettagliatamente le indicazioni, preoccupato, evidentemente, per le conseguenze negative che una qualunque forma di diniego avrebbe comportato: in ogni caso se da un lato subisce le pressioni illecite del pubblico ufficiale che lo inducono al versamento di 1.000 euro, dall’altro ricava un concreto vantaggio dall’adesione a tali pressioni: trascorsi tre mesi dalla dazione di quell’importo, infatti, il 20.03.2015, l’uomo riceveva una nuova richiesta di preventivo per ulteriori lavori. I fatti sono avvenuti a L’Aquila il 10 dicembre 2014».
L’indagine è stata denominata “Operazione Onpi“. Sono attesi, a strettissimo giro, ulteriori sviluppi su altri ipotesi di reato commesse.
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«Oltre all’ipotesi di induzione indebita a dare o promettere utilità nei confronti del titolare della Ditta Logistica & Servizi – sottolineano gli investigatori – sono stati contestati all’attuale coordinatore della struttura, il reato di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in un bando di gara; per due reati è indagato anche il segretario generale del Comune , che verrà interrogato dal gip, così come il funzionario comunale».
«Si ritiene – precisano gli investigatori – che i due abbiano tentato di condizionare, predeterminandone l’esito a loro favore, i contenuti del bando di concorso pubblico indetto dal Comune nel 2014 per la copertura del posto di Direttore del Centro Servizio Anziani, organo comunale. In particolare, l’ex Direttore del C.S.A., in scadenza di incarico al 31.12.2014, volendo riassumere la Direzione della Struttura, predisponeva e consegnava al Segretario, Presidente della Commissione che avrebbe dovuto esaminare i concorsisti, un appunto, dalla medesima redatto in data 26.11.2014, sul quale era riportato un elenco di materie d’esame, confacenti alle sue conoscenze e al suo curriculum di studi e professionale, allo scopo di predeterminare e indirizzare a proprio vantaggio i contenuti del bando di concorso pubblico indetto dal Comune di L’Aquila, pubblicato il 03.12.2014, per la copertura dell’incarico a tempo determinato per due anni – 2015 e 2016 – di direttore dell’Istituzione C.S.A. Tali materie sono state poi effettivamente inserite dal Presidente nel bando di concorso; inoltre suggeriva a quest’ultimo di nominare, quale membro della commissione di concorso, un professore presso il Dipartimento di Scienze umane dell’Università degli studi di L’Aquila, suo amico, che aveva già contattato e sul cui appoggio la medesima contava. In tal modo (in violazione delle norme sull’evidenza e sui concorsi pubblici, in violazione del D.Lgs 150/2009, del D.Lgs 267/2000, dell’art.21 del Regolamento dell’Istituzione Centro Servizio per Anziani, dell’art.18 comma 4 del Regolamento per la disciplina dei concorsi e delle selezioni, del Regolamento sull’Ordinamento degli uffici e Servizi del Comune dell’Aquila) si procurava, compiendo un atto contrario ai doveri di ufficio, al funzionario comunale l’ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nella redazione di un bando di concorso pubblico redatto in base alle sue aspirazioni e conforme al suo percorso formativo e professionale, ma anche nell’ammissione, insieme ad altri 3 concorrenti su 8 domande complessivamente presentate, alle prove orali; nonchè si turbava il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando al fine di condizionare il Comune di L’Aquila circa le modalità di scelta del soggetto con cui contrarre il rapporto di lavoro dirigenziale».
«I due – aggiungono gli investigatori – consumavano una ulteriore condotta: come contropartita ai suoi interessamenti, il segretario generale otteneva dal direttore pro-tempore dell’Istituzione, che nominava se stessa responsabile del procedimento, la nomina di un collaboratore da impiegare in attività di natura giuridico-amministrativa, da assumere con contratto Co.co.co, presso l’ex ONPI, per la durata di un anno: in particolare si trattava di un avvocato».
Secondo pm e gip il fatto che l’ex direttore, «unico concorrente a sostenere la prova orale il 23 marzo 2015», non abbia superato il concorso, «non priva di disvalore penale la condotta contestata»: «al di là del malcostume che emerge da tutte le intercettazioni trascritte, di muoversi con abilità e disinvoltura; al di là dello scarso peso che in tale vicenda sembrano avere, per le persone coinvolte, i principi di trasparenza, equità e efficienza che dovrebbero sovraintendere all’azione amministrativa e ispirare l’azione di tutti i suoi componenti, deve rilevarsi, che anche se il concorso si concludeva con esito negativo per il mancato superamento della prova orale, dalla fraudolenta condotta contestata derivava una indubbia turbativa del procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando ma derivava, anche, per il funzionario comunale, un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nella redazione di un bando di concorso pubblico fatto su misura, redatto in base alle sue richieste, conforme al suo percorso formativo e professionale, da cui conseguiva la sua ammissione alle prove orali insieme ad altri soli tre concorrenti, su otto domande complessivamente presentate. Per la consumazione del reato non è bastata, però, la sola volontà del predetto: decisivo in termini di contributo causalmente rilevante è stata anche l’apporto del Segretario generale del Comune», il quale, «sebbene non abbia assecondato il richiedente su tutto e abbia alla fine cambiato i componenti della commissione esaminatrice, che poi non ha fatto vincere il concorso all’ex Direttore – sottolineano gli investigatori – accoglieva di buon grado le richieste in ordine alle materie d’esame e ad altro, salvo appunto poi cambiare di colpo e quasi inspiegabilmente indirizzo e programmi, facendo vincere il concorso ad altro candidato, ma facendo comunque sì che il funzionario comunale venisse poi nominato coordinatore della struttura dell’ex ONPI, incarico e mansione creato ad hoc, visto che era stato soppresso proprio dall’ex Direttore nella su qualità pro tempore precedente».
Secondo l’attività della Squadra Mobile «le indagini tecniche, in particolare alcuni dialoghi intercettati, contengono molteplici indicatori per ritenere che la selezione dei concorrenti non sia avvenuta in maniera del tutto trasparente e che l’avviso pubblico sia stato confezionato e successivamente adattato “ad personam” per favorire l’assunzione a tempo determinato dell’avvocato, su indicazioni/pressioni del Segretario Generale del Comune di L’Aquila: tale conclusione nasce dalla valutazione, in particolare, di due intercettazioni, entrambe riferibili a colloqui del funzionario comunale, che parla con una sua amica della vicenda, dai quali emerge, allo stato, un evidente collegamento tra i due episodi: per ricompensare la Direttrice pro tempore dell’appoggio ricevuto circa l’assunzione dell’avvocato, il Segretario la compiace nella predisposizione del bando per la rinomina a direttore dell’ex ONPI».
L’attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Fabio Picuti e Stefano Gallo, è stata svolta dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, collaborata dalla Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Polizia di Stato – presso la Procura.