L’inserimento al nido – prima parte

2 ottobre 2015 | 02:16
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L’inserimento al nido – prima parte

di Roberta Mancini*

Ben ritrovati. Con l’estate accantonata da poco, merito di una condizione climatica ottimale che ci ha accompagnato per quasi tutto il mese di settembre, si apre una nuova stagione formativa. Settembre e ottobre sono i mesi regnanti per ciò che riguarda l’inserimento dei bambini nei nuovi contesti di scolarizzazione.

Ovviamente per ciò che riguarda la mia area empirica, mi dedicherò maggiormente ad affrontare alcune questioni inerenti l’ingresso dei più piccoli negli asili nido (che probabilmente sono le entrate più spinose per via della tenera età).
Mi rendo conto che per chi lavora “dall’altra parte della barricata” alcuni atteggiamenti genitoriali sono difficilmente comprensibili ma teniamo sempre ben presente che l’inserimento è un processo relativo esclusivamente al bambino. Sono quindi da ritenersi fortemente dannose tutte quelle preoccupazioni morbose che riguardano più i genitori che i propri figli contro cui la maggioranza delle educatrici lottano come con mulini a vento! Capita frequentemente che molti di essi rimangano spiazzati dalla facilità con cui i figli fanno loro il nuovo ambiente.

Soprattutto i primi giorni quando per loro la novità è estasiante, il mondo nuovo è un mondo pieno di giochi e di attrattive e poco conta se lo scotto da pagare è il distacco dai genitori. Tuttavia si tratta pur sempre di un processo che proprio per la sua difficoltà e la sua importanza deve essere graduale e deve mirare a rassicurare prima di tutto il minore.

Non esiste un prontuario delle regole da seguire, spiegazione del fatto che ogni bambino è fatto di tempi e approcci che sono assolutamente personali ma sicuramente esistono delle norme comportamentali che facilitano il compito un po’ a tutti. Mi rendo conto che tale processo rappresenta il primo momento concreto di divisione madre – figlio, momento nel quale il genitore si lascia soprassedere da mille dubbi, sensi di colpa che lo porteranno ripetutamente a chiedersi se la scelta sia giusta o meno. Ma vien da sé che sia impossibile cercare di far capire al bambino che non si tratta di abbandono, se la madre è la prima a soffrire questa sensazione. Ciò che permette ad un inserimento di andare a buon fine è anche la buona predisposizione e la giusta collaborazione tra genitori ed educatrici. Per questo è fondamentale che il bambino venga preparato anche verbalmente alla nuova esperienza. Parlatene in casa, in famiglia, disponete i piccoli al nuovo avvenimento e preparateli spiegando loro che il nuovo ambiente non è una nuova casa, né una sistemazione provvisoria scelta a caso ma un vero e proprio luogo di vita dove potranno soddisfare la propria curiosità verso l’esterno, la loro voglia di giocare, di conoscere nuovi bambini, di imparare divertendosi. Tutto ciò in compagnia di persone adulte che non vogliono assolutamente sostituirsi a mamma e papà ma che li accompagneranno con affetto e riguardo nella nuova avventura.

L’inserimento in compagnia di un genitore, o di una persona di fiducia delegata, dura (o dovrebbe durare) all’incirca una settimana, il tempo necessario per permettere un distacco senza traumi. Questo non vuol dire che il bambino sarà perfettamente integrato nel contesto senza presentare più segni di disagio come il pianto ad inizio mattinata o a fine giornata ma è necessario godere di un po’ di pazienza e non lasciarsi scoraggiare.

Il carattere altamente sensibile, l’impiego di un tempo troppo prolungato a contatto esclusivo con la figura materna, l’indole poco socievole sono tutti fattori che rendono questo processo più ostico ma certamente non impossibile. Niente è impossibile quando si parla di bambini. Il prossimo mese sarò lieta di tornare sull’argomento con suggerimenti pratici e, spero, utili alla buona riuscita di uno dei momenti più interessanti di questo mestiere. Alla prossima e buon principio ai vostri figli.

*Roberta Mancini

ha 28 anni ed è stata un’esperta baby sitter. Aquilana doc, è un’educatrice infantile. Si è occupata di assistenza, tutela ed educazione di bambini dai 3 ai 36 mesi. Le principali attività svolte a supporto dei bambini sono state: di tipo grafico-pittoriche, attività manipolative e di tipo motorieHa conseguito il diploma di Liceo delle Scienze Sociali presso l’Istituto d’istruzione superiore ‘Domenico Cotugno’ di L’Aquila.