Ricostruzione: ‘Esistono le norme, ma manca il controllo. La ricostruzione è una grande operazione finanziaria’

30 ottobre 2015 | 10:20
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Ricostruzione: ‘Esistono le norme, ma manca il controllo. La ricostruzione è una grande operazione finanziaria’

Sono circa trecento i cantieri attivi in centro storico all’Aquila e nel giro di due anni raddoppieranno di numero.

Lo stesso vale per chi lavora alla ricostruzione, sono previsti 10mila operai in più.

C’è una catena di subappalti  incontrollabile che spesso mostra l’altra faccia della ricostruzione, fatta di operai sfruttati e non pagati e pratiche illecite.

«Le regole esistono e sono anche molto chiare, il problema è che non ci sono funzioni di controllo». Interviene su questo argomento  Paolo Tella, consigliere CNA e Presidente Consorzio L’Aquila 2009.

«Il meccanismo è che i fondi pubblici sono gestiti da privati, spesso senza competenze. Manca il know how necessario per seguire la normativa»

Tutto questo è terreno fertile per manipolazioni, infiltrazioni e  genera l’esistenza di aste tra le imprese, per accaparrarsi i lavori.

«Il vice sindaco Trifuoggi ha detto a gran voce di denunciare le illegalità, ma le ‘cattive pratiche’ non arriveranno mai alla sentenza di un tribunale»- aggiunge Tella.

E’ ovvio che questa quasi anarchia ha fatto proliferare le pratiche illecite. Sono 1.700 quelle sospette e  che la procura ha già acquisito nelle scorse settimane .

L’ipotesi è che i lavori siano stati gonfiati rispetto ai danni effettivi riportati dagli edifici.

«Esiste una norma ma manca un controllo – ribadisce Tella.

«La ricostruzione è diventata una grande operazione finanziaria. Questo sta accadendo all’Aquila».

Gli operai non pagati e sfruttati sono un’altra faccia della medaglia della ‘cattiva ricostruzione’.

Questa settimana un operaio egiziano è salito due volte su una gru minacciando di suicidarsi. Mercoledì vi è rimasto per sei ore.

Chiede il pagamento di arretrati che superano 40 mila euro, per sé e per alcuni suoi colleghi di una ditta di ponteggi.

Non ha stipendi regolari da agosto 2014 e nemmeno un vero contratto.

Si è accontentato, per necessità di lavorare, di un accordo scritto a penna con la ditta subappaltatrice.