Culto dei morti a L’Aquila? Non per i disabili

di Raffaella De Nicola
Un altro fiore all’occhiello, crisantemo questa volta, per l’Amministrazione dell’Aquila. Non paga, evidentemente, delle tremende vicende giudiziarie, continua ad allontanarsi dalla fiducia dei cittadini con improvvisazione e disservizi . Il fatto è presto detto. A seguito di un’ordinanza del sindaco è stato vietato nei giorni del culto dei morti, che da sempre misura la civiltà e la memoria di una comunità, di entrare all’interno del cimitero con veicoli. Se questo è comprensibile per motivi di ordine e sicurezza, lo è meno (e come si fa a non pensarci è il vero mantra) per chi ha nella macchina l’unica possibilità di avvicinamento, visto il manto brecciato estremamente ostacolativo per l’uso delle carrozzine.
Quindi fermati, bloccati, tornati indietro. Sorvolando sul degrado e incuria, che meriterebbero una meravigliosa pagina di letteratura a parte, di un’area che è il tempio di un ricordo dismesso a questo punto, inverosimile che non si possa fare meglio, risulta imperdonabile che non si sia provveduto diversamente nonostante il parroco abbia riportato al Comune, come ci ha detto, le difficoltà e l’ impossibilità per alcuni disabili di accostarsi alle tombe. Una grave discriminazione, facilmente ovviabile con buon senso e attenzione, per chi è stato privato non solo della libertà di movimento ma anche dell’esercizio della pietas cristiana che voleva onorare, con la posa di un fiore, un caro ricordo perpetrando il culto di una tradizione. Non solo non si supporta, ma si marca a fuoco, offende e mortifica l’imperante emarginazione di chi è diversamente abile. Altro cattivo esempio, questo pressapochismo, di una compagine politica ed amministrativa che ambisce ai titoli, al giusto riconoscimento del valore immateriale della Perdonanza come patrimonio dell’Unesco i cui valori ed il cui spirito, splendidi sulla carta, vengono , invece, traditi proprio da chi li strumentalizza per autocelebrarsi, in una città che è una Sparta di altri tempi, con tanto di rupe.