Il “pacco” di D’Alfonso alla Marsica

La Giunta regionale tematica sul “Progetto Marsica”, tenutasi la scorsa settimana ad Avezzano, si è conclusa con un nulla di fatto. I lavoratori del Crab di Avezzano (il centro regionale di eccellenza nella ricerca agroalimentare) allo stremo e senza stipendio da otto mesi, che attendevano con striscioni di protesta il presidente della Regione, rappresentano plasticamente più di tante parole l’ormai incolmabile frattura esistente tra le chiacchiere vuote dei nostri politicanti all’amatriciana e la cruda e dolorosa realtà dei fatti.
Era tanto attesa, la giunta tematica, doveva essere il momento della verità, si dovevano da parte della Regione concretizzare gli investimenti da mettere rapidamente in onda per “ristorare” la Marsica dello scippo subito dopo la scellerata decisione di questo governo regionale di escludere Avezzano e dintorni dagli importanti aiuti di Stato, finalizzati a favorire l’insediamento di nuove imprese (ed infatti da quella data nessuna impresa industriale rilevante trova conveniente investire ad Avezzano). Perché per questo e solo per questo era nato il “Progetto Marsica”, nel lontano 3 settembre 2014, quando lo stesso D’Alfonso promise solennemente un “risarcimento” al popolo marso, fin troppo paziente considerati i continui insulti ricevuti dalla politica regionale. Proprio il 3 settembre 2014 fu costituito un “gruppo di lavoro” di sindaci, con l’obiettivo di individuare progetti concreti ed immediatamente finanziabili. Ed il Gruppo di lavoro ha lavorato, e sodo, producendo ben 19 convincenti progetti (dall’agroalimentare, alla logistica, alle infrastrutture, ecc.) consegnati a D’Alfonso nella primavera 2015.
Venerdì scorso la Giunta tematica, nelle attese dei più, avrebbe per l’appunto dovuto segnare l’avvio concreto del Progetto, con il finanziamento immediato e la messa in cantiere di due o tre progetti dei 19 consegnati. Ed invece D’Alfonso si è presentato con uno scrigno prezioso a livello progettuale, ma vuoto come finanziamenti, tempi e modi di realizzazione. Uno scrigno vuoto di euro, ma pieno di chiacchiere.
Singolare, tra l’altro, il concetto di “confronto con il territorio” che giustifica queste trasferte del governatore qua e là per l’Abruzzo. La giunta tematica si è risolta in saluti di rito e nel lungo monologo del solista big Luciano. Nessun dibattito, nessuna possibilità di parlare è stata data ai giornalisti presenti e ai numerosi sindaci: il tutto si è concluso con una delibera di Giunta che costituisce un altro gruppo di lavoro per individuare le priorità progettuali da finanziare. Si è arrivati al grottesco, a deliberare la costituzione di un gruppo di lavoro dopo un anno e mezzo di gruppo di lavoro! A cosa serve il gruppo di lavoro-bis, se i progetti sono già disponibili e sono stati condivisi con il territorio? Siamo alla clonazione dei gruppi di lavoro, strumento al quale i politici ricorrono notoriamente quando non sanno cosa dire o più semplicemente non vogliono decidere nulla.
La Marsica può dunque attendere, dovrà attendere quantomeno gli esiti del secondo comitato che produrrà una matrioska del “Progetto Marsica”, e intanto passeranno altri mesi, e tra mesi poi si vedrà. Magari si potrà fare un’altra Giunta tematica e costituire un terzo gruppo di lavoro, per individuare le priorità delle priorità, o chissà cosa. D’Alfonso ha dimostrato fervida fantasia ed è capace di tutto, e si è pure lungamente sperticato nell’indicare le priorità sulle quali il neo-gruppo di esperti deve lavorare (internet veloce, ciclo idrico, ferrovia, le solite chiacchiere insomma). In sintesi, nessun immediato ristoro per la Marsica dopo la coltellata inferta con l’esclusione dagli aiuti di Stato. Sul poi si vedrà.
La politica ridotta al vuoto ed esemplificata dalla banalità degli slogan. La riflessione amara è che se Dalfy può permettersi di giocare così cinicamente con i marsi e di menare a piacimento il can per l’aia, evidentemente c’è qualcuno che lo permette, più di qualcuno che ha venduto la Marsica per squallidi interessi personali intrisi di familismo amorale. Certamente, alla fine della fiera della vanità consumatasi con la giunta tematica, i dipangrazios hanno ottenuto un risultato: una bella vetrina per esporsi, tante foto, pure la tv ed i comunicati stampa. E la politica ridotta a spettacolo, anzi ad avanspettacolo, anzi a farsa comica.
In un tempo antichissimo, la promessa mancata del capo tribù preludeva al suo allontanamento dal villaggio. Tra un anno e mezzo al massimo ad Avezzano si vota e verrà al pettine il nodo delle troppe promesse mancate e del troppo poco realizzato. Questo è sicuro, altro che le chiacchiere vuote sul “Progetto Marsica”. (LS)