
di Nando Giammarini*
Diceva Marilyn Monroe:
“A volte devo dimenticare ciò che desidero e ricordare ciò che merita”.
Quando si arriva a superare di un decennio il bel traguardo del mezzo secolo, è inevitabile guardarsi indietro e ripercorrere con la mente ciò che merita. Cioè anni di amicizie e relazioni, sentimentali e umane, che mettono radici nella gioventù. Una tappa importante della vita.
In una piccola comunità – unita, coesa e solidale – come quella monterealese, si ha la fortuna di poter compiere questo percorso della memoria assieme alla maggior parte degli amici e dei conoscenti di quegli anni verdi. A questo fine il prossimo sabato 21 novembre, orientativamente alle ore 20, i sessantenni residenti e originari di Montereale, nel cuore dell’Alta Valle dell’Aterno, si ritroveranno al ristorante La Giara di Piedicolle per una serata conviviale tra amicizie ritrovate e rinnovate in uno spirito di condivisione e di socialità.
Fautore della particolare e simpatica iniziativa – già realizzata un paio di mesi fa a Cagnano Amiterno, cui va il mio più sentito ringraziamento – è Giorgio Ettorre che, dopo un certosino lavoro di ricerca, ha contattato telefonicamente tutti i “giovanotti” sessantenni, la maggior parte dei quali hanno accettato di buon grado.
Sarà una piacevole serata, piena di vecchi aneddoti, di tanti “ti ricordi…”, di risate, un modo per rivedersi, riallacciare i contatti ripercorrendo quei sentieri trascorsi insieme più di mezzo secolo fa.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando andavamo a scuola in quelle aule riscaldate da una vecchia stufa in terracotta rossa; erano delle pluriclassi in cui non s’imparava l’inglese, lingua straniera in quei tempi sconosciuta, ma c’era un forte senso di Comunità, quel fare squadra che ha segnato, probabilmente, le nostre esistenze.
Ora quel mugolo di fanciulli del 55 – un dì abitante in delle case fatiscenti e senza riscaldamento nelle varie Frazioni del Comune di Montereale – ha i capelli bianchi, segno di saggezza e del tempo trascorso, serbano nel cuore quel bagaglio culturale e di rispetto cui fanno costantemente riferimento. Sono genitori e in qualche caso anche nonni, gente onesta e laboriosa che ha scritto, con impegno e sacrificio, pagine indelebili di storia della nostra terra. Altri tempi, altre mentalità altri modi di essere e di fare. Periodi bui ma densi di un forte senso di solidarietà e coesione sociale, dettata dalla sofferenza, dalle mille difficoltà e dalle ristrettezze economiche. Tale situazione contemplava uno spirito di collaborazione apprezzabile, sotto ogni punto di vista, in cui i problemi e le difficoltà del singolo erano i problemi di tutti. A differenza di oggi in cui non conosciamo neanche con il vicino dell’appartamento di fronte. Questa forma di rispetto e di collaborazione, residente nel Dna della gente di montagna, ci ha permesso di realizzare le case, in città e in paese, che ancora grondano sudore in quanto costruite lavorando il sabato e la domenica una volta a casa di uno e una a casa dell’altro.
Ben venga allora questa bella serata, un aspetto indubbiamente apprezzabile della vita, finchè siamo ancora in tempo per godere quanto di bello essa è ancora in grado di riservarci. Il mio pensiero, affettuoso e riverente, vola alla memoria di coloro che, purtroppo, ci hanno lasciati prematuramente. Sono certo se fossero ancora in vita sabato sera sarebbero con noi.
Un rinnovato ringraziamento a Giorgio Ettorre per la splendida iniziativa della quale, ne sono certo, si parlerà a lungo, poiché in essa sono armonicamente coniugati i sentimenti di attaccamento agli amici, al territorio in un’ottica di amicizia e fratellanza. Non resta che augurare uno straordinario successo alla splendida serata cui cercherò di essere presente.
*lettore