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Appello Sanitopoli, oggi la sentenza

20 novembre 2015 | 09:30
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Appello Sanitopoli, oggi la sentenza

E’ cominciata l’ultima udienza del processo in Corte d’Appello della ‘Sanitopoli’ abruzzese che, con gli arresti del luglio 2008, portò alla decapitazione della Giunta di centrosinistra guidata da Ottaviano Del Turco.

In primo grado, a Pescara, l’ex governatore è stato condannato per vari reati a nove anni e mezzo. La Procura generale, guidata da Ettore Picardi, ha chiesto la riduzione della condanna per Del Turco a sei anni e mezzo. Nel complesso la Procura ha chiesto sconti di pena per tutti gli altri indagati eccellenti.

Il Collegio della Corte d’Appello è guidato dal presidente Luigi Catelli, con i magistrati Armanda Servino e Luigi Cirillo.

In mattinata tocca agli ultimi difensori e al termine delle arringhe il collegio si riunirà in Camera di Consiglio.

ATTESA PER LA SENTENZA – L’inchiesta su presunte tangenti nella sanità privata abruzzese il 14 luglio 2008 travolse la Giunta regionale, portando l’Abruzzo a elezioni anticipate per l’arresto dell’allora governatore di centrosinistra, Ottaviano Del Turco, assessori, consiglieri regionali e manager pubblici e privati. Imputato e testimone-chiave dell’accusa, l’ex patron della sanità privata abruzzese Vincenzo Maria Angelini, sulla cui credibilità è ruotato anche il processo di secondo grado.

Al centro della vicenda una somma pari a 5,5 milioni di euro di presunte tangenti versate, per sua stessa ammissione, da Angelini in misura diversa agli imputati.

Il processo di primo grado al Tribunale di Pescara si era concluso il 22 luglio 2013 (cinque anni dopo gli arresti) con 9 condanne, 12 assoluzioni e 3 casi di intervenuta prescrizione.

Per Del Turco la condanna più pesante: 9 anni e mezzo per i reati di associazione per delinquere, corruzione, concussione, tentata concussione e falso. Condannato anche Vincenzo Maria Angelini, a tre anni e mezzo.

«Ci sono riscontri patrimoniali che mancano, soprattutto per l’imputato Del Turco. Inutile parlare di piccole irregolarità negli acquisti: perdiamo tempo e credibilità. Questo tema non l’ho nascosto, non credo che questo punto meriti miracoli, è un elemento che è mancato». Così il procuratore generale dell’Aquila, Ettore Picardi, che sostiene l’accusa al processo d’Appello sulla “Sanitopoli”, ha detto in aula il 13 novembre scorso, chiedendo la riduzione della condanna di primo grado. L’avvocato dell’ex governatore, Giandomenico Caiazza, ha chiesto invece l’annullamento della condanna di primo grado: «Questa – ha detto – è una Giunta che doveva essere fatta fuori perchè operava con danno gravissimo alle operazioni illegittime di alcune cliniche private».