Lettere rocchiggiane: “Quand’è l’ultima volta”

di Valter Marcone
Quand’è l’ultima volta io non lo so
non me la ricordo perché non ho ancora imparato
a baciarti con più calma. Nessuna immaginazione.
Io non so scrivere proprio niente
di tutto questo e le mie parole non saranno mai
un viatico, piuttosto congegni e scambi
per un viaggio che l’unico tempo tenta di ricomporre
passeggiando su binari paralleli, intersecanti e all’incontrario,
tutti con un loro tempo proprio che mai s’incontra
con l’altro. Ripiombano per una tenia, un tarlo,
una memoria le ore in tutto quello che ci rimane di verde;
che abbiamo avuto lunedì
un po’ di rosa nel cielo, un po’ d’arancio nei campi
e tutti gli altri colori per i restanti giorni
della settimana.
Solo questo abbiamo avuto.
E siamo a rincorrere un tempo in fuga perpetua
che cancella tutto
quello che ruba e quello che ritrova.