Ciao Franco, protagonista di un teatro che fu

di Eleonora Falci
Radio, scuola, teatro: in una parola sola, cultura.
Oggi, alle 15 nella Basilica di San Bernardino in piazza San Bernardino, la città saluterà Franco Villani: il suo artista, regista, attore portato via da un male incurabile ieri, all’età di 77 anni. Lui, ironico, sagace, lungimirante, interprete di tradizioni e innovazione al tempo stesso: ironia della sorte, la città lo saluta oggi, nel giorno di Sant’Agnese. Lui, che “da sempre è stato protagonista delle manifestazioni agnesine, convinto sostenitore dell’antica tradizione cittadina”, sottolinea l’Associazione culturale “Confraternita Aquilana dei ‘Devoti’ di Sant’Agnese” e tutta l’organizzazione della Rassegna Agnesina.
Lui, che del teatro, la sua passione, ha fatto una missione di vita insieme alla moglie Rossana: durante il Festival della Maldicenza terminato lo scorso fine settimana, era andato in scena “’Nu testamentu espressu” , testo di Rossana Crisi Villani, della compagnia teatrale “Il Gruppo dell’Aquila”, fondata proprio da Franco nel 1954.
Il suo testamento? “Quello di raccontare sul palcoscenico l’Aquila così com’è, vera, in maniera seria e professionale, rispettando e onorando il pubblico facendolo al tempo stesso riflettere.” Le parole sono di Franco Narducci, pezzo da novanta del teatro aquilano e abruzzese, che a Il Capoluogo.it racconta, con la dolcezza che lo caratterizza, i ricordi e le esperienze che ha condiviso con Franco Villani.
“Il teatro abruzzese nasce di fatto dall’esperienza della “Piccola brigata”, la prima compagnia teatrale nata in Abruzzo nel 1950: fu una delle prime in Italia. Franco e Rossana ne hanno fatto parte fin dall’inizio, per poi staccarsi e fondare “Il Gruppo”. Franco è una tessera della storia del teatro amatoriale aquilano che si è unita alle altre per ricomporre il prezioso mosaico, lassù.”
Le tessere portano il nome di Aldo Quaranta, Anna Ricottilli, Mario Iovinelli, Rodolfo D’Angelo, Luigi Rossi, Claudio Del Romano, Bruno Fiore, Nettino Di Gregorio, Dina Stringini, Amleto Formisani, Evandro Testa, Rodolfo Pezzoli, Vittorio Petrucci: fondatori, attori, tecnici della Piccola Brigata, che è stata madre del teatro amatoriale aquilano.
Franco Narducci ha condiviso con Franco Villani un lunghissimo tratto di vita e di esperienze lavorative. Ma se gli si chiede quale sia quella che ricorda con più affetto, sorridendo, risponde: la radio.
“Abbiamo fatto radio per tanto tempo insieme. Era Radio L’Aquila, la prima emittente aquilana, che fu attiva fino al 1994. Facevamo delle rubriche dialettali ed erano diventate un appuntamento fisso, così come per la trasmissione di Rai Tre Pe la Majella” anch’essa dedicata al dialetto e alle tradizioni locali.
“Una sua caratteristica? Quella che abbiamo un po’ tutti noi che facciamo teatro a livello amatoriale: la passione per il teatro, per cui lo scriviamo, lo recitiamo. Fare teatro all’Aquila… considera che all’epoca a fare teatro eravamo solo noi: ora tutti hanno la loro compagnia, tutti i paesi. Noi avevamo una scuola seria, professionale… Il teatro contemporaneo non è più così: per noi fare teatro significa in primo luogo professionalità. Per noi il pubblico al quale consegniamo il nostro lavoro è la cosa più importante, lo rispettiamo. Gli abbiamo sempre dato il meglio a livello professionale: non abbiamo mai improvvisato.”
Cosa lascia Franco nel raccontare l’Aquila? “Lascia sicuramente un’Aquila vera, un’Aquila seria, un’Aquila di altri tempi. Non sicuramente un’Aquila superficiale.”
L’Aquila del teatro che è sbocciato oltre 60 anni fa e che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della città.