Unioni civili, anche L’Aquila dà la sveglia

A L’Aquila, come in tutt’Italia, in molti sono scesi in piazza ieri pomeriggio per difendere le unioni civili.
A Pescara, Chieti e L’Aquila raduni in piazza e cortei per chiedere il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e per l’adozione anche per le coppie dello stesso sesso. Una manifestazione di piazza che arriva a pochi giorni dalla discussione in Senato del disegno di legge sulle unioni civili prevista per il 28 gennaio e che segue la posizione netta presa dalla Regione Lombardia che ha acceso il Pirellone in occasione del Family day.
Cifre contrastanti, come al solito, hanno rimbalzato tra la Questura, che ha contato circa 150 manifestanti, e le organizzazioni, che ne hanno comunicati 400 circa.
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All’appello lanciato da ArciGay L’Aquila hanno risposto in molti ed in molte associazioni; tutti hanno fatto suonare le loro sveglie, con l’intento di “svegliare” il parlamento sui diritti delle comunità lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (lbgt). Un lungo corteo colorato e rumoroso ha invaso le strade dell’Aquila. Partito alle 15.30 dalla Fontana Luminosa, il corteo ha attraversato le vie del centro storico e si è chiuso con un sit-in alla Villa Comunale, sotto una fitta pioggerella che ha tentato di guastare la festa ai manifestanti, che non si sono fatti spaventare.
Tutti in piazza per dare la “sveglia” e per ribadire che una nuova coscienza deve imporci di affrontare con serenità questo delicato argomento nel rispetto delle libertà.
Centinaia di anni di oppressione culturale legano gli italiani a dei condizionamenti che rendono l’Italia un Paese ancora arretrato, rispetto al resto d’Europa, in tema di diritti civili.
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RG