‘I Portici’, giovani aquilani parlano di Shoah

Spazio ai giovani su IlCapoluogo.it, grazie ad una collaborazione con ‘’I Portici’’, il giornalino studentesco dell’Istituto Domenico Cotugno dell’Aquila. In occasione della giornata della memoria ecco la riflessione di Elena Vitocco, della redazione del giornalino, sull’importanza del ricordo.
…” se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare”… (Primo Levi)
27 gennaio 1945- 27 gennaio 2016
Sono passati 71 anni dall’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Si parla di Shoah. Si parla di sterminio. Si parla di ”non dimenticare”. Ma perché non si dovrebbe dimenticare ciò che è accaduto in quei fatidici anni? Perché si dovrebbe continuare a ”ricordare” una strage tanto grande? La risposta è semplice: è quasi un obbligo nei confronti della sensibilità umana. Bisogna essere consapevoli di ciò che siamo e di ciò che siamo in grado di fare, ciò che è in grado di fare l’uomo come essere vivente, non l’uomo nazista, l’uomo partigiano, l’uomo dittatore. Ognuno di noi non può che provare profonda vergogna al solo pensiero che i nostri simili siano stati capaci di macchiarsi di tali atrocità e infamità. La preoccupazione sul rischio che lo sterminio nazifascista di milioni di Ebrei ed altre minoranze possa lasciare spazio a dubbi ed ombre si concretizza ogni giorno che passa perché ormai i superstiti dell’eccidio nazista sono rimasti davvero in pochi. Ora più che mai si fa forte la necessità di conservare i luoghi della memoria, affinché lascino un segno tangibile alle generazioni che verranno. Quando i testimoni sopravvissuti non ci saranno più, i luoghi della memoria saranno luoghi della testimonianza del male assoluto. Per sensibilizzare le giovani generazioni a quella che è stata una delle più terribili e imperdonabili azioni della storia umana è importante condividere il ricordo e coltivare la memoria. Le testimonianze dei sopravvissuti, i racconti, i documenti e la storia devono essere le fonti utili non solo per il presente, ma soprattutto per il futuro e proprio ai giovani è affidato il compito di tramandare alle generazioni future il ricordo di un orrore storico che non si deve ripetere. Quelli che sopravvissero, oggi sono i soli testimoni della malvagità e della violenza dei nazisti. Ricordano che dopo un estenuante viaggio in vagoni bestiame sempre chiusi, giungevano nei Lager, ma solo chi superava la prima selezione veniva mandato ai lavori forzati, gli altri sparivano nel nulla. Forse questo è l’unico ”nulla” ad essere davvero carico di significato, il nulla che racchiude l’emblema di tutto.
