L’Aquila vista dall’alto: quante gru!


Non è la prima volta che IlCapoluogo.it pubblica scatti della città vista dall’alto, immortalata dal pilota di turno dell’Aeroclub L’Aquila. Ma oggi c’è una differenza. Sull’aereo ci sono io.
Un velivolo biposto che sale, si alza sulle case e sovrasta il paesaggio di tutti i giorni.
Il pilota è Francesco D’Eramo dell’Aeroclub L’Aquila. Partiamo dalla sede dell’Aviosuperficie L’Aquila, in località Poggio Picenze.
“Sei pronta?” – mi chiede, mentre controlla che tutto sia a posto prima della partenza. Spinge fuori dall’hangar il piccolo aereo, fa girare l’elica manualmente poi apre il piccolo cofano, controlla i livelli dell’acqua e dell’olio .
Saliamo a bordo. Cinture e poi cuffie sulla testa. Piccolo giro, inversione a U sull’ampio campo fino al decollo!
Dritti verso est, dove il cielo è limpido senza nuvole e nebbia.
Il lago Sinizzo cattura subito la mia attenzione, per me che è tutto nuovo ammiro il paesaggio con lo stupore di un bambino.
E poi la Rocca di Calascio, Francesco me la indica da lontano e io cerco di fare foto per immortalare tutto.
La voglia di vedere L’Aquila dall’alto, nonostante qualche nuvoletta che fa da ostacolo, prevale… e allora inversione di rotta! Si va sul centro della città.
Dall’alto tutto appare diverso.
L’Aquila sembra avere una forma geometricamente perfetta. La periferia appare nuova, non si vedono i segni del terremoto.
Il centro è pieno di gru, si scorge piazza Duomo e anche dall’alto si vede perfettamente vuota. E poi il Castello, a tratti impacchettato. Lo Stadio, Collemaggio, le architetture, le luci, i colori, le case. Tutto è perfettamente riconoscibile. Anche il mercato di Piazza D’Armi con le sue bancarelle e la gente del sabato mattina, anche il traffico su Viale Corrado IV. Sì c’è proprio tutto. Ma sembra più bello e lo ammiri con un’attenzione nuova.
Ci spingiamo fino all’aeroporto di Preturo, da lì si scorge Pizzoli baciata da sole. Inversione e strada del ritorno.
Gli chiedo: “Voglio vedere casa mia!”. E Francesco mi accontenta.
Sovrastiamo Bazzano, Paganica, Onna, San Gregorio fino a Picenze.
Dall’alto è un groviglio di case colorate. “Ecco, quella gialla è la mia!” . E poi vedo la mia montagna, la scuola, il villaggio map. Riconosco ogni casa e ogni via. E’ un po’ come guardare su Google map con lo zoom sulla versione satellitare.
Mancano pochi minuti all’atterraggio. 32 minuti di volo. Scendo leggera e contenta, mi dico “Ci tornerò, magari per vedere il mare”.
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