Tommaso da Celano, successo per il convegno sull’Agiografo di San Francesco

Per circa 300 marsicani la partecipazione al convegno internazionale sulla figura di Tommaso Agiografo di Francesco, svoltosi a Roma nella giornata di venerdì scorso, rimarrà ben impresso nella memoria. Da più parti, infatti. È stato sottolineato come il momento fosse tra quelli da scrivere nel registro del ricordo storico, vista l’importanza dell’avvenimento, la qualità e competenza dei relatori ma soprattutto la particolare attenzione che i partecipanti hanno riservato ai vari interventi. La trasferta romana è iniziata di buon mattino, con i partecipanti, entusiasti, che hanno preso posto sugli autobus allestiti per l’occasione.
Puntuali, nonostante il traffico, il convoglio di autobus è arrivato nell’ampio piazzale della Pontificia Facoltà teologica San Bonaventura Seraphicum, dove di lì a poco ha preso il via l’importante evento storico culturale. Nutritissima la rappresentanza di Celano con a capo il Sindaco ing. Settimio Santilli, accompagnato dagli assessori Eliana Morgante, Ezio Ciciotti, Domenico Fidanza, dal presidente del consiglio comunale Lisa Carusi e dai consiglieri comunali Vincenzo Montagliani, Barbara Marianetti, Cinzia Contestabile e Toni Di Renzo.
L’intensa giornata di studio ha preso il via con la lettura del messaggio inviato dal vescovo di Avezzano, Pietro Santoro. Subito dopo è iniziata la lunga ed interessante rassegna di interventi e relazioni che hanno spaziato e toccato vari temi sulle figure di Tommaso e Francesco.

L’evento, promosso dalla Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura”, ha voluto coniugare due aspetti fondamentali: da una parte le ricerche degli studiosi sul francescanesimo delle origini e sulla figura del primo biografo di san Francesco e dall’altra la diffusa devozione al frate abruzzese, come hanno dimostrato le diverse centinaia di cittadini marsicani presenti al convegno, con rappresentanti del clero locale e delle istituzioni, provenienti in particolare da Celano, da San Giovanni in Val dei Varri dove il celanese trascorse gli ultimi anni e morì nel 1260, da Tagliacozzo che ne custodisce il corpo e da Castelvecchio Subequo dove è ancora particolarmente vivo il ricordo.
Al centro della giornata di studio, moderata da fra Luciano Bertazzo (OFMConv), il testo “La Vita ritrovata del beatissimo Francesco” (Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2015) di cui ha parlato diffusamente il professor Jacques Dalarun, autore del ritrovamento del manoscritto, che si è soffermato sulle novità di questa opera.
Gli aspetti scientifici sono stati sottolineati anche da Filippo Sedda, studioso di francescanesimo che ha approfondito gli elementi inerenti il dibattito storiografico dal medioevo all’alba del XXI secolo; da don Felice Accrocca, docente di Storia del Francescanesimo alla Gregoriana, che ha messo in evidenza l’immagine di Francesco negli scritti del suo primo biografo. E ancora da fra Marco Guida (OFM) che ha affrontato un altro appassionante aspetto dell’opera di Tommaso: la figura di Chiara e della comunità di San Damiano.
Alla componente delle ricerche e dagli studi, capaci di apportare nuovi elementi e ulteriori chiavi di lettura, si sposa quella della devozione popolare che incide anch’essa nel riconoscimento della santità. Una devozione che sappia però riscoprire e apprezzare “la grandezza delle sue opere, certamente, ma non meno l’opera grande della sua vita” ha rimarcato il vescovo di Avezzano, monsignor Pietro Santoro, nel messaggio indirizzato al convegno e letto da don Ennio Grossi.
Della devozione nei secoli, verso la figura di Tommaso, ha parlato fra Emil Kumka (OFMConv), docente di Francescanesimo al Seraphicum che ha evidenziato come nel tempo si sia mantenuto forte questo culto sia a livello personale sia pubblico.
Ma il processo per giungere agli onori degli altari è piuttosto complesso, come ha spiegato il professor Giuseppe Casarin, biblista e collaboratore della Postulazione dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, trattandosi di un personaggio appartenente alla storia, una soluzione potrebbe essere quella della beatificazione equipollente che rappresenterebbe però una via a carattere straordinario.
Tanto più che nelle opere di Tommaso da Celano è estremamente difficile rinvenire aspetti autobiografici, segno della sua marcata umiltà che lo fa porre deliberatamente all’ombra di Francesco, con la volontà, piuttosto, di illuminare sempre il padre serafico. D’altra parte, come ha sottolineato il professor Dalarun, è questa una delle principali virtù di Tommaso, assieme alla semplicità di espressione, pur essendo un letterato di grande spessore, e ancora alla fedeltà incessante a Francesco e al suo messaggio, tutte virtù incarnate ad altissimo livello.
Piena soddisfazione è espressa dal Preside della Facoltà, fra Domenico Paoletti: ” In attesa degli atti, che verranno pubblicati quanto prima per consegnare a un pubblico ancora più vasto e agli studiosi la ricchezza e gli approfondimenti degli interventi presentati e discussi al convegno, credo che siano emersi aspetti di grande rilevanza. Si è potuto constatare come innanzitutto l’agiografia è teologia, Tommaso è emerso come un uomo umile che vuole che Francesco sia lodato e ammirato, un po’ come Giovanni Battista nei confronti di Gesù, tanto che ha fatto tutto il possibile perché la sua stessa vita rimanesse in ombra. Ovviamente la ricerca deve continuare, per non fermarsi alla figura di agiografo di san Francesco, bensì per rintracciare ancora elementi che portino a conoscerne la santità della vita”.
A questo proposito, l’amministrazione comunale di Celano ha annunciato la decisione di sostenere la ricerca sulla santità di Tommaso attraverso l’istituzione di una borsa di studio che favorirà nuove ricerche sul frate celanese.
