All’Aquila il Carnevale più breve del mondo

313 anni fa nel giorno della Candelora, il 2 Febbraio, il Grande Terremoto rase al suolo L’Aquila. Un insieme di eventi sismici nell’alta Valle dell’Aterno e nell’intera parte settentrionale della provincia dell’Aquila cominciò con ogni probabilità alla fine del 1702.
La scossa devastante ci fu il 2 Febbraio 1703. Si stima che abbia avuto una magnitudo di 6,7 causando devastazioni del decimo grado della Scala Mercalli. La città venne rasa al suolo insieme a 6mila vittime.
Il terremoto si verificò poco prima di mezzogiorno e sorprese i fedeli radunati nelle chiese per le celebrazioni liturgiche. Nel momento della scossa circa 800 persone si trovavano nella chiesa di San Domenico quando il tetto crollò diventando una tomba per i presenti.
In totale L’Aquila contò circa 2.500 morti, 800 nella sola chiesa di San Domenico, cioè circa un terzo della popolazione ma il terremoto fece vittime anche nelle città vicine per un bilancio totale di oltre 6.000 decessi.
Altri crolli ci furono nella basilica di San Bernardino, nella cattedrale di San Massimo, nelle chiese di San Filippo, San Francesco e Sant’Agostino.
La tragedia incise profondamente nella comunità, tanto da spingere a modificare gli storici colori della città (il bianco e il rosso) nel nero e nel verde attuali, rispettivamente uno a ricordo del lutto e l’altro in segno di speranza. Anche le principali festività subiscono il ricordo del terremoto tanto che il Carnevale aquilano non arriva mai prima del 2 febbraio, giorno della Candelora, e viene definito a ragione il Carnevale più corto del mondo.
FM