“Chiedere scusa ”

di Valter Marcone, “Lettere rocchiggiane”
Consumo il tempo sempre in cucina,
nella mia casa fuori città,
tra fondi di caffè e mangime per i gatti.
Il tavolo di cucina è coperto di libri ,fogli scritti
come una corrispondenza che ho intrapreso con il mondo.
Ho accumulato parole e frasi , dispacci esistenziali,
cronaca sintomatica di un fallimento.
Scrivo dell’ottimismo e del pessimismo, dell’amore
e dell’odio, della vita e della morte di uno scriteriato desiderio,
pentimento e l’ira è triste per una eloquenza
quella con cui scrivo agli amici, ai parenti, ai giornalisti, ai politici,
e persino ai morti.
Per via di una necessità che mi tiene in ostaggio:
di rammentare e spogliare tutti i refusi della mia esistenza
e,laddove sia possibile, chiedere scusa.