Un libro sul bullismo .La storia di ‘Manuel a testa in giù’

di Valter Marcone
Fiocco azzurro in casa La Ruota. “Manuel a testa in giù” di Monica Giuffrida è il primo volume pubblicato dalla neonata casa editrice romana di Maristella Occhionero. Con questo volume l’editrice inaugura le sue collane con uno “sguardo dal ponte “, ossia traghettare nel mondo dell’editoria nuovi mondi per “essere al passo con il mondo” non solo dei sentimenti ( la vita di ogni lettore trasformata con un contagio di idee , sensazioni,emozioni ,riflessioni ,) ma anche delle imprese culturali ed economiche .Perchè l’editrice La Ruota si pone al servizio della qualità senza nulla chiedere in cambio (soprattutto agli autori che saranno pubblicati ) se non il prezzo del volume da parte del lettore.
Dunque “Manuel a testa in giù” è il primo esperimento della trasformazione di un problema che oggi nel nostro paese viene sempre più in evidenza: quello del bullismo che in quest’opera diventa un racconto accattivante e coinvolgente. Perchè l’autrice Monica Giuffrida che si trova al suo quarto esperimento narrativo riesce a dosare tutti gli elementi probanti di una storia, ormai forse troppo comunemente famosa ( sempre più oggetto di cronache scolastiche e familiari ) ,in un telaio che tesse non solo l’approccio a questo fenomeno ma anche il loro svolgimento e la conclusione dei fatti che danno vita appunto al fenomeno stesso. Riesce così a chiamare il lettore ad una riflessione che diventa proponibile anche nel contesto scolastico dove spesso si annida un pericolo. Ossia un nucleo nero di rapporti e relazioni che vivono di sguardi, parole, minacce sottaciute e a volte anche di botte. E per stare alla confessione dell’ultima vittima di tale fenomeno ( vittima nel senso letterale della parola perché a seguito di quei comportamenti si è tolta la vita, come hanno riferito di recente organi di stampa )non sono le botte che poi alla fine fanno male ma le parole.
E dunque Monica Giuffrida in questo suo “Manuel a testa in giù” ,proprio alle parole guarda ,proprio le parole indaga .Le parole “chiave “ che fanno da sottotitoli ai singoli capitoli della storia .E noi con gli occhi di Manuel guardiamo un mondo ,il mondo che lo circonda, la famiglia,la scuola, il quartiere e vediamo allo specchio il nostro mondo. Perchè quello di Manuel è simile al nostro .Sono mondi che dialogano tra loro, seppure nelle pagine della Giuffrida,con un interscambio fecondo. Perché creano un’allerta che coinvolgendoci ci spinge a guardare meglio, a non sottovalutare , a sforzarci di notare i segnali di un fenomeno che purtroppo incontriamo con sempre maggiore frequenza. Lo sforzo di capire i camuffamenti, di svelare i vuoti e i pieni, di differenziare le luci e le ombre . Per restituire così, sotto forma emotiva, ma anche pratica, concreta, quotidiana, il messaggio che l’autrice del libro ci vuole dare. Il bullismo è la segnalazione mascherata di un disagio. Una profonda sofferenza che nel cuore del cosiddetto “bullo” sta a dire la solitudine da se stesso e dal suo mondo in crescita che ad un tratto si arresta perché ristagnante in una palude melmosa che imprigiona la vita ( quella vera ) e la immobilizza. Il bullo non riesce a crescere perché ad un tratto gli manca qualcosa. Quel qualcosa che cercherà per sempre in una visione distorta della vita che famiglia, scuola, agenzie culturali ecc. non sono riuscite a rendergli limpida e piena di senso positivo. Una profonda sofferenza è anche quella della condizione della vittima che vede la grande svalutazione della propria identità e la costante emarginazione dal gruppo.
Un racconto “Manuel a testa in giù” che nell’edizione de La Ruota si giova della grafica di Mario Mielati che ne ha curato l’immagine di copertina e le illustrazioni per un progetto realizzato da Paola Catozza