ET TERRA MOTA EST: Scritti sulle macerie. Un anno

22 febbraio 2016 | 04:08
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ET TERRA MOTA EST: Scritti sulle macerie. Un anno

di Valter Marcone

ET TERRA MOTA EST  : Scritti sulle macerie. Un anno (seconda puntata)
Scrive Dante Bellini in “Chiuso per terremoto” Verdone Editore ,2009.

“Oggi quel 6 aprile è passato ,è storia e comincia ad allontanarsi anche dai nostri pensieri. Rimangono il ricordo dei morti,le  macerie,una vita che sta cercando  un futuro. A giorni alterni ,come le scosse anche forti,che continuano a beffarsi delle speranze di tutti.Molti aquilani non sanno cosa faranno  domani, se torneranno a L’Aquila e dove ,o se resteranno sulla costa ricominciando tutto daccapo. Alcune domande sono nell’animo di tutti: ci saranno le scuole per i ragazzi ,le case ed il lavoro per i genitori ,l’Università per chi vorrà riprendere un percorso interrotto?Viale Collemaggio e la Villa sono stati riaperti al pubblico. Piazza Duomo  lo sarà a breve. Segni di vita e di ripresa si cominciano ad intravvedere. Alcuni negativi  come l’aumento  dei prezzi su vari prodotti e sugli affitti. Non è certo il modo migliore per ricominciare. Passata la solidarietà iniziale ,nelle assemblee condominiali  per la ricostruzione, è ritornata la litigiosità di sempre. Segno di un ritorno alla normalità o di uno stato diffuso di tensione che il terremoto  ha lasciato in ognuno?…Sono accaduti molti fatti da allora,il dramma di una città si è intrecciato con le vicende di una nazione “
Ed è proprio  il senso sotteso di quel  “ P.S. Post sisma “   della poetessa aquilana Alessandra Prospero di cui pubblichiamo  la poesia che apre il libro. Un  libro  presentato nel 2012 al Salone del Libro di Torino e che ha ottenuto  il secondo posto nella sezione Poesia Sociale del Premio Leandro Polverini 2012 con la seguente motivazione: la raccolta rappresenta nel suo sistema di riferimento culturale una forma di esorcismo e di allontanamento programmatico dall’abisso laddove esprime un ricco pentagramma di sfumature emotive, fatto non soltanto di toni e semitoni ma di registri intermedi che danno il senso della profondità e della complessità di una vicenda tragica.
Ha ottenuto l’assegnazione del secondo posto anche nella categoria Libro Edito del prestigioso Premio Internazionale di Poesia Vitruvio 2012 di Lecce.La silloge è stata inclusa inoltre tra i 15 finalisti al Premio Nabokov 2012. Infine, una delle liriche della silloge, “Primavera sognante”, ha vinto il primo posto nel concorso di poesia Diffusione Autore 2012 promosso dalla casa editrice GDS Edizioni.
Alessandra Prospero poetessa aquilana, già recensionista per le riviste www.bottegascriptamanent.it e www.direfarescrivere.it, collabora anche con le tre riviste www.ilgiornaledimontesilvano.com, www.leggereacolori.com e www.deliriprogressivi.com e con la casa editrice Arkhé di L’Aquila. Ha partecipato a innumerevoli antologie poetiche e ha pubblicato le due sillogi poetiche IEROUSALEM, (Gds edizioni, 2013) e P.S. POST SISMA pubblicata nell’aprile 2012 come ricordato dalla  Città del Sole edizioni.

UN ANNO

La deportazione del cuore

inizia tra i sussulti,

quando un buio senza tempo

diviene eterno.

Corri verso i suoi occhi,

afferra la sua piccola mano

ascoltane il respiro affannato

e fuggi verso la notte.

L’Ade e le fiamme arancioni,

il puzzo di zolfo e di gas

il salto continuo,

il tremito perenne.

Respiro ancora,

vedo ancora

vivo ancora,

palpitante.

Tutti tremano intorno a me,

nella comune consapevolezza

di respirare ancora,

di vivere ancora.

Adesso ci siamo,

ci stringiamo,

piangiamo,

partiamo.

Affoghiamo la paura

nelle onde cobalto

ci aggrappiamo con dolore

alla mutevole sabbia.

Il mio bambino biondo ride,

respira la brezza mattutina,

dimentica i tuoni,

insomma vive.

Là dove non c’è più nulla invece

Sorella Morte aleggia e presenzia,

ruba case e colture,

miete vittime e orrori.

Ne potevo avvertire il fiato,

ne ho udito i passi pesanti,

potevo sentirla dietro di me

senza per questo voltarmi.

Ci riconciliammo

con il nostro destino

in una città fantasma

gremita di spettri.

Ovunque il cammino

è foriero di commemorazione,

ogni strada ha un’anima urlante

che invoca pietà.

La nostra preghiera

è un lamento,

una paura,

un ringraziamento.

Nell’oggi silente

il discorso diviene sussurro

e la nostra dignità

diviene vessillo per sopravvivere.