L’Aquila, le attività commerciali si preparano al rientro in centro

Sono le ore 12 in un centro storico che non può ancora definirsi normale. E’ l’orario più “popolato” della città in ricostruzione.

Gli operai escono dai palazzi e dai cantieri. E’ l’ora della pausa pranzo.
Bottiglietta d’acqua e panino sotto i portici o sulle panchine di piazza Duomo per alcuni, pasto veloce nelle tavole calde del centro per altri.

Alla Villa Comunale si incontrano sempre gli aquilani affezionati al caffè dello Chalet e del Bar del Gran Hotel. Al palazzo dello storico hotel si lavora già da qualche mese.
Subito dopo, lungo il corso si alternano palazzi ricostruiti ad altri ancora puntellati.
La galleria Irti attende solo i futuri inquilini. Sui citofoni ci sono già i nomi di alcuni: “Friscioni” e “Radio Delta 1” prenotati per il primo piano della galleria, “La Luna” di Peppe Colaneri si trasferirà in questo nuovo locale lasciando Piazza Duomo.


Di fronte Marta Sista e il locale spagnolo 100Montadidos che fa affollare i portici come non accadeva da tempo dall’aperitivo a tarda sera. La gioielleria “Armenia” con un cartello di “prossima apertura”, così come il bar “Rauco”. Attività commerciali e negozi che torneranno dov’erano e com’erano in attesa della fine del cantiere dei sottoservizi.

Il “tunnel intelligente” è arrivato anche a Piazza Duomo da qualche settimana. Lungo un lato della piazza e su Via dell’Arcivescovado, completamente blindata.

Sulla sinistra, la Chiesa delle Anime Sante dove i lavori sono partiti da più di due anni e il Laboratorio di Restauro, allestito all’esterno del cantiere, che mostra le fasi di lavorazione del delicato intervento sugli apparati decorativi.
Questa è la fotografia di una porzione del centro storico dell’Aquila a quasi sette anni dal terremoto.

Futuro e vita sono una gru, un cantiere, l’odore della polvere, il rumore dei mezzi visti con gli occhi degli aquilani. Il centro storico non fa più male al cuore e alla vista, come qualche anno fa.
“Gridarono tutti insieme: Facciamo una città così bella che nessun’altra nel regno le si possa paragonare!” – Buccio di Ranallo