Superstrada L’Aquila-Amatrice, stop del Tar all’appalto

Un vecchio detto popolare recita:” Non c’è pace tra gli ulivi “. Sembra infinita la storia della realizzazione della dorsale L’Aquila – Montereale – Amatrice, un’arteria di primaria importanza per il collegamento di due Regioni: il Lazio e l’ Abruzzo montano che interessa tutta l’Alta Valle dell’Aterno. Nonostante il costante impegno. E’ da rivedere la gara d’appalto assegnata in prima istanza alla Toto Costruzioni Generali spa il 28 maggio 2014. L’impresa di livello nazionale si aggiudicò il bando di gara per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di ammodernamento dell’opera. Lo stesso molto atteso dai territori dell’Alto Aterno è stato spesso motivo di polemiche politiche, locali e non, e promesse elettorali. La prima sezione del Tar ha dichiarato nullo l’appalto del quarto lotto della SS Picente , un tratto di circa sette Km, dallo svincolo di Marana di Montereale a quello di Cavallari. Trattasi, del valore complessivo di oltre 61 milioni di euro, affidato lo scorso 11 settembre, in via provvisoria, alla Toto Costruzioni Generali spa e divenuto definitivo il 29 dello stesso mese. A questo punto il ricorso della Astaldi spa, contro la scelta dell’Anas, classificatesi al primo posto con un’offerta migliorativa per la realizzazione di un cunicolo d’emergenza da realizzare in affiancamento alla galleria generale. Codesta proposta, tuttavia, secondo quanto rilevato dai tecnici in sede di gara, presentava “connotati di incertezza e contraddittorietà” per la mancanza di una dimostrata disponibilità di adeguata strumentazione tecnologica necessaria alla realizzazione delle opere, in particolare la disponibilità di una fresa necessaria alla realizzazione delle opere, oltre che per la presunta inidoneità del mezzo alle occorrenze progettuali delineate nella proposta tecnica della stessa Astaldi. Venne quindi assegnata alla Toto costruzioni. A seguito del ricorso la recente sentenza del Tar ha dato ragione all’Astaldi sostenendo che la stessa poteva avvalersi di una ditta intermediaria per la fornitura della fresa alle condizioni tecnico-economiche e con le modalità di tempo e di luogo specificate nel preventivo, risultando così attestata l’effettività del macchinario indicato per il periodo necessario all’esecuzione dei lavori. I giudici amministrativi hanno altresì stabilito che Astaldi non aveva alcun obbligo di provare di essere proprietaria della fresa, ma soltanto di poterne disporre. Gli stessi hanno anche respinto l’appello incidentale proposto da Toto Costruzioni. Ora la situazione è completamente ingarbugliata e porterà sicuramente dei notevoli ritardi in quanto ci sarà il ricorso al Consiglio di Stato con tempi burocratici a tutti noti. Si ricomincia dall’affidamento dell’appalto mentre i territori dell’Alta Valle dell’Aterno e dell’Amatriciano aspettano la realizzazione di un’arteria d’importanza strategica per le loro economie. Una sola parola dettata dal buon senso e dall’onestà intellettuale. Fate presto. Le economie locali delle zone interessate, già stressate dalla crisi economica che attanaglia il paese, non sono in grado di sopportare ulteriori ritardi.