L’Aquila, subappaltatori: tre mosse per scongiurare il rischio crac
14 marzo 2016 | 18:12

Burocrazia meno stringente e maggiore sicurezza per quello che riguarda la ricezione dei pagamenti.
Muove da questi concetti il documento bipartisan che, redatto dai capigruppo civici Stefano Palumbo (PD) e Guido Liris (Forza Italia) dopo un ascolto approfondito delle componenti territoriali di Apindustria, Fenailp e Confartigianato, dovrebbe servire ad evitare il crac dei piccoli subappaltatori aquilani i quali vedono a rischio la loro operatività nell’ambito della ricostruzione post terremoto.
Il primo intervento messo nero su bianco avrebbe l’utilità di chiarire che il limite massimo del 30% di subappalto (previsto nell’Articolo 11 Comma 6 del Decreto Enti Locali ed oltre il quale il contratto rischia la nullità) riguarda solo ed esclusivamente la categoria prevalente – ossia quella inerente le opere murarie – e non le lavorazioni specialistiche che, invece, potrebbero continuare ad essere affidate anche con quote maggiori.
L’altro nodo affrontato è, invece, quello del pagamento diretto dei subappaltatori da parte del committente.
In un’ottica di tutela, il testo varato da Palumbo e Liris vorrebbe introdurre questa fattispecie nel caso in cui l’impresa subappaltatrice, terminato il proprio compito ed in possesso di una fattura che certifichi i costi sostenuti, si trovi di fronte un vincitore di gara inadempiente ed insolvente.
Il piano condiviso, ora, dovrà affrontare l’iter istituzionale venendo sottoposto prima alla Quinta Commissione comunale Garanzia e Controllo (dove una settimana fa si era discusso proprio del problema subappalti) e poi all’Assise Civica.
Quest’ultima si dovrebbe incaricare di approvarlo e, quindi, trasmettere le istanze a deputati e senatori abruzzesi; così facendo, la questione “subappalti e ricostruzione post terremoto” dovrebbe riapprodare sui tavoli politici nazionali.
Infine, una questione a parte e che, pur discussa durante il confronto tra gli attori istituzionali ed associazionistici locali, non ha trovato spazio nel documento, è stata quella della deroga per i subappaltatori rispetto all’obbligo di dotarsi della Certificazione SOA.
Ad oggi, infatti, per la categoria questa documentazione rappresenta una barriera all’ingresso quasi insormontabile.
Se, da un lato, la SOA è indispensabile già per accedere a gare di appalto lavori con importo a base d’asta superiore a 150mila euro, dall’altro ha un costo minimo (compreso tra 5 e 7mila euro) talvolta insostenibile per le piccole imprese artigiane di cui, in massima parte, vive la galassia dei subappalti.
Tornando alla riunione, Palumbo e Liris si sono detti disponibili a confrontarsi con il Direttore del Dipartimento Ricostruzione del Comune, Vittorio Fabrizi, per arrivare a superare l’ostacolo-SOA, probabilmente grazie all’emanazione di una circolare interna ad hoc.