Il Gran Sasso ‘salva’ la cultura aquilana

Rimodulata al ribasso, da 15milioni a 13milioni e 400 mila euro, la dotazione finanziaria del Business Plan 2014/2018 stilato dal Centro Turistico del Gran Sasso.
Scendendo nel dettaglio, sul finire dello scorso anno l’Ente Civico del capoluogo d’Abruzzo – di concerto con il CIPE (Comitato Interministeriale di Programmazione Economica, che nel 2012 aveva erogato il finanziamento da destinare al CTGS) – ha infatti deciso di stornare un milione e 600 mila dal piano di investimenti per il rilancio della stazione sciistica di Campo Imperatore.
I soldi così recuperati sono stati poi destinati alle Associazioni Culturali del territorio aquilano beneficiarie del contributo FUS.
Un passaggio necessario, nella strategia del Comune, per chiudere i loro Bilanci di Programmazione 2015 e, così, consentire l’accesso al Fondo Unico per lo Spettacolo anche per l’anno corrente.
La ratifica del provvedimento, prevista nel corso del Consiglio Comunale di oggi, ha acceso una seduta fino a quel momento abbastanza sonnolenta.
Il capogruppo di Forza Italia Guido Liris, infatti, senza mezzi termini ha parlato di un intervento paradossale e che rischierebbe di mettere “aquilani contro altri aquilani: da una parte coloro i quali amano la montagna e ne vogliono il suo sviluppo, dall’altra gli operatori della cultura”.
A Liris ha risposto il Sindaco Massimo Cialente, evidenziando come “Una prossima Delibera CIPE, che sarà varata a maggio 2016, prevederà non solo altri 20 milioni da destinare allo sviluppo del Gran Sasso, ma anche un ulteriore milione e 600 mila che, così, pareggerà lo storno effettuato in favore della Cultura”.
Rassicurazione che, però, è servita a poco.
Se infatti il documento di rimodulazione risorse, alla fine, ha avuto il placet dell’Assise, al momento del voto la minoranza di centrodestra ha abbandonato l’aula intitolata a Tullio De Rubeis; hanno invece espresso la loro contrarietà sia i “civici” Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini sia il componente del Gruppo Misto Giuseppe Ludovici.