Onna, tra due anni pronte le prime case

Di Francesca Marchi
Si vedono da lontano le due gru che si innalzano sulla frazione di Onna e che distolgono lo sguardo dalle macerie. Sono due simboli, sono un piccolo miracolo. Da settembre 2015 sono iniziati i lavori per la ricostruzione del primo aggregato. Su Via degli Oppieti, sono arrivati sei mesi fa i primi operai a rompere il silenzio durato per molto tempo. Oggi di cantieri se ne contano di più. Sono sei gli aggregati già finanziati. Tra questi quello su Via dell’Arco che partirà a breve.
Il lavoro è lungo, molte case sono completamente crollate e saranno ricostruite ex novo come ci spiega Paolo Tella, presidente del consorzio L’Aquila 2009 che riunisce tutte le ditte esecutrici. “Si sta ricostruendo in cemento armato tenendo conto delle caratteristiche degli edifici”. Vince il com’era e dov’era, infatti le fasi del progetto sono state accompagnate da uno studio storico e architettonico “con massima attenzione alla sicurezza sismica”. Tra due anni, circa dieci famiglie potranno tornare a casa. Dallo storico cortile, che gli onnesi chiamano “Ciancone”, si parte per ricostruire la frazione simbolo del terremoto che ha avuto 40 vittime.

Le nuove costruzioni – La risposta di Onna alla tragedia
Come ogni paese distrutto dal terremoto, anche a Onna c’è quello spazio “pensato e costruito” in risposta alla tragedia. Casa Onna e la Casa della Cultura sono un esempio. Sono i luoghi a cui si associano dolore e speranza. La prima struttura ospita unasala convegni, la sede del centro anziani e dell’associazione Onna Onlus. Questo complesso è stato costruito grazie ai finanziamenti del governo tedesco.

Accanto c’è la Casa della Cultura che ha preso il posto dello storico asilo della frazione. E’ rimasto l’ampio giardino dove intere generazioni di bambini hanno corso, riso e giocato.

In fondo alla strada si scorge la villa e poi ancora si arriva alla Chiesa di San Pietro Apostolo, i cui lavori di restauro sono stati possibili grazie ai 3 milioni di euro donati dalla Germania.
Era il 4 maggio del 2013 quando il Ministro Federale per l’Edilizia Peter Ramsauer, insieme all’allora Ministro Italiano per i Beni e le Attività Culturali Massimo Bray, aveva inaugurato il cantiere per la ricostruzione della Chiesa di San Pietro Apostolo nonché la Casa della Cultura, progetto questo realizzato grazie alle donazioni di gruppi industriali tedeschi e privati cittadini.
Dopo due anni e mezzo la chiesa è stata restituita alla comunità.
“Eravamo davanti alla chiesa parrocchiale, ricostruita dai tedeschi e che sarà inaugurata a maggio, quando ho sentito il suono della campana dell’orologio”- scrive il 27 febbraio 2016 sul suo blog Giustino Parisse, onnese e capo redattore del quotidiano IlCentro. “Batteva le 11,30. Erano quasi sette anni che taceva. E’ stata una piccola-grande emozione. Nell’antica civiltà contadina il suono della campana dell’orologio scandiva le giornate. Oggi è la voce della vita che ricomincia. Piano, piano. Ma ricomincia”.

Il Villaggio Map
Sono novantatre i moduli abitativi, fabbricati in Trentino e montati in Abruzzo dal personale della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, consegnati alla popolazione nel settembre del 2009. Qui c’è anche l’ asilo intitolato a Giulia Carnevale, giovane architetta che aveva ideato e disegnato il nuovo edificio, ma che il terremoto ha ucciso sotto le macerie della Casa dello Studente all’Aquila. Grazie ai disegni conservati nel computer della ragazza, i tecnici della Protezione civile di Trento hanno tradotto in realtà il sogno di Giulia.
“E’ stato il primo a rinascere dopo la tragedia. All’inizio infatti ospitava più di 100 bambini, perché non vi erano altre scuole” – racconta a IlCapoluogo.itSuor Giuseppina Lepore. Lei è originaria di Sulmona, ma vive questi anni difficili come un’aquilana. “La ricostruzione è partita, ma ci vorrà molto tempo per rivedere Onna”. Suor Giuseppina insieme ad altre tre suore, due insegnanti e due assistenti gestisce la struttura che ospita oggi 56 bambini, di cui solo dieci sono onnesi. “Ci sono iscritti anche dai paesi vicini: Paganica, Assergi, Camarda”.
A pochi passi dall’asilo la chiesa di legno, un altro simbolo dell’intervento dei Trentini nei paesi terremotati. “A maggio invece ci sarà l’inaugurazione della chiesa all’interno del paese” – ricorda Suor Giuseppina. “Una strada divide la nuova Onna da quella vecchia” – ribadisce uno dei residenti dei map. “E’ come avere sempre il 6 aprile di fronte agli occhi oltre che nel cuore.”