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Arischia, tra C.A.S.E. inagibili e ricostruzione al palo

25 marzo 2016 | 01:23
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Arischia, tra C.A.S.E. inagibili e ricostruzione al palo

di Giovanni Baiocchetti

Gli effetti del terremoto, ad Arischia, mostrano una peculiarità: una parte del paese (più a nord) è stata fortemente colpita, mentre nell’altra, più a sud, neanche le vecchie stalle sono crollate.

Ad Arischia sono stati costruiti un villaggio MAP e un quartiere del progetto CASE. Il primo venne dichiarato in parte inagibile nel 2013: gli inquilini furono trasferiti altrove nel giro di una settimana. Oggi si scopre che quegli edifici non erano a rischio crollo e dopo essere stati dissequestrati dalla magistratura, si preparano, non senza lavori di sistemazione, ad accogliere gli abitanti del Progetto Case; già, perché le piastre di Arischia sono state costruite dalla Iter, la stessa ditta che ha realizzato la piastra del balcone crollato a Cese. Edifici che, a seguito di analisi termografiche, hanno dimostrato di avere difetti costruttivi. Altri inquilini saranno spostati altrove, fuori dalla frazione aquilana.

6 aprile arischia

E la ricostruzione? “Al di là di alcune case classificate E, più periferiche, la ricostruzione è al palo” dichiara Elia Serpetti, presidente dell’amministrazione separata dei Beni di Uso Civico di Arischia, “ci dicono che nel 2017 partiranno alcuni aggregati ma sono un po’ scettico, ho sentito tante promesse in questi anni che non si sono trasformate in realtà”.

Molto attiva nel post-terremoto è proprio l’amministrazione separata dei Beni di Uso Civico. Tra gli interventi portati a termine c’è un parco giochi in piazza Duomo, denominato “Val Chiarino”, accanto a cui presto sorgerà un edificio polivalente completo di cucina a disposizione della comunità, edificio in cui finalmente l’amministrazione potrà anche realizzare la propria sede. “Abbiamo pubblicato da poco il bando – dice Serpetti – potremmo appaltare i lavori (da 350mila euro circa) entro fine anno; stiamo valutando anche l’ipotesi di realizzarci uno sportello bancomat”.

Un’altra intuizione del post-terremoto, diffusa poi anche in altre frazioni del comprensorio, è il distributore pubblico di acqua frizzante e naturale dell’acquedotto del Chiarino. Sempre in piazza, in seguito a una lunga battaglia, è stato riaperto l’ufficio postale, servizio di cui Arischia rischiava di essere privata. Degni di nota anche i lavori di sistemazione di strade interpoderali e di realizzazione di un’area pic-nic attrezzata a margine dell’abitato. “Lì poi – continua Serpetti – esiste un progetto, già presentato al Comune, per la realizzazione di un’area camper e di una nuova strada che ne agevoli la fruibilità, senza dover passare per i vicoli stretti del paese”.

A Natale sono cominciati anche i lavori di sistemazione del campo sportivo che nel 2009 ha ospitato la tendopoli; è previsto il rifacimento del terreno di gioco e degli spogliatoi a cura del Comune.

Affianco al campo, l’antica fonte degli archi; l’amministrazione separata sta discutendo un progetto di valorizzazione del monumento insieme a Gran Sasso Acqua, Fondazione Carispaq e Comune dell’Aquila per un importo pari a circa 200mila euro. “Stiamo ragionando inoltre sulla possibilità di ripulire e sistemare i terreni di via Antica Arischia, la strada che una volta portava all’Aquila scorrendo internamente alla montagna di Pettino. In tal modo, l’amministrazione potrebbe affittarli a prezzi contenuti a chiunque ne faccia richiesta, al fine di sfruttare quei terreni e non lasciarli nell’incuria che regna oggi”.

6 aprile arischia

In tempi brevi, poi, verranno appaltati i lavori di ricostruzione della scuola elementare, per i quali la giunta comunale ha approvato il progetto definitivo ad ottobre scorso. Il progetto, per un importo complessivo di 2 milioni 680mila euro, prevede la ricostruzione del plesso scolastico sul medesimo lotto di terreno dove sorgeva prima del 2009. “L’edificio si svilupperà su tre livelli – dichiarò ad ottobre l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Capri – per una superficie utile di 1174 metri quadri e sarà dimensionato per accogliere un totale di 125 alunni. I due piani superiori saranno dedicati ad attività prettamente scolastiche, con specifiche aule didattiche, mentre il piano terra ospiterà i locali destinati alle attività collettive, come la mensa, la palestra e un’aula tecnica. L’elemento generale caratterizzante del progetto è costituito dall’utilizzo di tecniche costruttive, materiali e tecnologie rispondenti ai principi dell’architettura sostenibile, a fine di garantire un elevato comfort abitativo e importanti risparmi sul piano energetico”.

“L’amministrazione separata – conclude Serpetti – è venuta a conoscenza del progetto solamente a cose fatte; dal momento che la struttura esternamente sarà in legno, verrà fatta la manutenzione periodica? Il rischio è che duri poco”.