Barisciano, record di gru

Si fa fatica a contarle tutte insieme. Alte, rosse, gialle e blu. Sono 20 le gru tra Barisciano e Picenze. Sono il simbolo della ricostruzione e di un comune che rinasce.
Era il 2012 quando il sindaco Francesco Di Paolo firmava l’atto d’intesa per il primo ambito del piano di ricostruzione di Barisciano. Entro il 2017, definito più volte come l’anno decisivo, partiranno tutti i cantieri della prima graduatoria.
A breve invece, in altri sette cantieri tra capoluogo e frazioni si darà il via alla ricostruzione di nuove abitazioni.
La ricostruzione è fatta anche di attività commerciali che hanno riaperto velocemente nel dopo sisma. A partire dallo storico Bar-Pizzeria Serafina che non ha mai cessato l’attività, anzi “è stato punto di riferimento per tutta la popolazione locale e non nei giorni dell’emergenza, quando si faceva fatica anche a fare una ricarica telefonica” – ricorda un residente.
Così come lo Chalet Minimarket, il bar a piazza del Mercato, altri due hanno riaperto e a breve seguirà la riapertura del fioraio.
Il prossimo 10 Aprile invece è già stata fissata la data di inaugurazione della piccola Chiesa di Santa Maria del Rosario, meglio conosciuta come La Congrega, che era completamente crollata.

Nella frazione di Picenze, costituita dai tre piccoli centri di San Martino, Villa di Mezzo e Petogna, le cose non vanno così bene come nel capoluogo. Ci sono cantieri attivi, ma la popolazione “vorrebbe vederne di più”. Nel villaggio map i molti anziani sperano di poter far ritorno a casa e lasciare i moduli provvisori.
Si contano sulle dita di una mano le famiglie che vivono nel centro storico di Picenze. Case di nuovo agibili si trovano vicino la Piazza del Forno e lungo Via Ciatti, dove le abitazioni sono circondate da palazzi puntellati e cantieri.

Il vecchio forno pubblico insieme al grande aggregato di cui fa parte è stato ricostruito. E’ stato protagonista insieme al forno di Petogna delle Giornate di primavera del Fai – Le strade del Pane. Un’occasione che ha riportato vita nei piccoli centri per una giornata.

C’è attesa per le Chiese. Nessuna è agibile e nessun lavoro è partito.

Invece è attivo il cantiere a Palazzo Facchinei proprio di fronte la chiesa parrocchiale principale tutta ingabbiata. Questa è la zona più cupa di tutta la frazione dove si scontrano macerie e ricordi.
“Sono cambiate molte cose in questi sette anni. Scrivete che siamo in attesa di ciò che forse non rivedremo più” – dice una signora. “Neanche i francesi e i romani tornano qui in estate o a Natale”.
Sì, è proprio questo che manca agli anziani. Qui tutti i giorni sono uguali, anche quelli di festa. Si spezza la monotonia solo giocando a carte nel piccolo musp del centro anziani. “Qui a Picenze non c’è nemmeno un bar dove incontrarsi” – replica un signore.