Fagnano Alto, una comunità sbriciolata dal sisma

26 marzo 2016 | 22:55
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Fagnano Alto, una comunità sbriciolata dal sisma

di Roberta Galeotti

Fagnano Alto è la patria del tartufo nero, un comune composto di 10 frazione con circa 400 residenti. Una curiosità: dieci frazioni di cui nessuna dal nome Fagnano!

Due coppie di anziani sono gli unici abitanti del centro storico rimasti a Campana dopo il 6 aprile 2009. Menicuccio, 87 anni, e Antonietta, 85, hanno sistemato velocemente la loro abitazione ‘B’ e, dopo un anno di esilio, sono subito tornati a casa ‘a capo la terra’.

Fagnano Alto

Anche Peppino, 97 anni, e sua moglie, 98, hanno sistemato velocemente da soli la casa che si affaccia sulla piazza della chiesa, una volta la piazza principale mentre oggi è un insieme di mura puntellate e case vuote in attesa di essere di nuovo vissute. Nessuna gru si intravede all’orizzonte e una nuova viabilità dovrà essere ingegnerizzata quando inizieranno i lavori per preservare, dal passaggio dei mezzi pesanti, l’antico ponte romano, unico ingresso al borgo.

Fagnano Alto

Qualche chilometro più su a Vallecupa, la frazione che ospita la sede del Comune, l’erba è ricresciuta dove c’erano delle bellissime case. Il comune e la farmacia animano un borgo fantasma che «quando sono arrivata quindici anni fa, a Natale e in estate era pieno di ragazzi di ogni età che parlavano tutte le lingue straniere del mondo» ci racconta la farmacista Lucia Iori.

Fagnano Alto

Tutti i paesi del comune di Fagnano in estate erano animati dai tantissimi emigrati di ritorno da tutto il mondo, dove agli inizi del ‘900 in molti si sono recati in cerca di fortuna.

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Corbellino, invece, era il regno dei napoletani, mi dicono. Un piccolo borgo colonizzato da famiglie napoletane che negli anni avevano acquistato e ristrutturato molte case, dove trascorrevano le vacanze, e che ora rischiano di non avere diritto alla completa ricostruzione delle seconde case.

6 aprile Fagnano Alto

Una complessa situazione da gestire per il nuovo sindaco Francesco d’Amore, quando si è insediato a giugno 2015 ed ha trovato completamente disabitati i tanti borghi che prima del terremoto erano il rifugio preferito dai fagnanesi sparsi per il mondo. «Un fenomeno sociale molto importante – spiega Francesco d’Amore, originario di Campana -, le case distrutte dal sisma tengono lontane le famiglie dai paesi, non permettendo alle nuove generazioni di appassionarsi  e di legarsi affettivamente a questi posti ed alle loro tradizioni. Tutto questo causerà un ulteriore spopolamento futuro dei nostri borghi. Urge riportare le persone nei paesi».

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Solo due gru segnalano i lavori di due cantieri della ricostruzione nella frazione di Castello e una a Pedicciano.

I map ospitano i pochi residenti delle frazioni. Per i proprietari di seconde case, giustamente, nessun diritto ad abitazioni temporanee, ma intanto gli anni passano ed i paesi sono sempre più vuoti, le tradizioni sempre più lontane ed i bambini sempre meno affezionati a questi luoghi magici.

Fagnano Alto

Il piano di ricostruzione è stato approvato il 10/07/2014 e le prime pratiche interne alla perimetrazione sono state presentate a dicembre dello stesso anno. Tutti gli aggregati interni alla perimetrazione (4 in tutto) sono stati autorizzati dalla nuova Amministrazione (il primo di essi nel mese di maggio 2015) per un totale di 6.5 milioni di Euro circa.

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La nuova Amministrazione ha autorizzato inoltre 2 pratiche esterne alla perimetrazione per un totale di 700.000 Euro circa. Attualmente sul territorio comunale sono attivi 15 cantieri di ricostruzione privata di cui 9 in chiusura.

Dal 2009 ad oggi sono state autorizzate 127 pratiche di cui 53 esito A, 23 esiti B-C e 51 esiti E, per un totale di circa 13 milioni di Euro di cui circa 7 milioni autorizzati dalla nuova Amministrazione da maggio 2015 in poi.

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