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Una scoperta dietro l’altra: lo sviluppo psicomotorio da 0 a 3 anni

2 aprile 2016 | 10:04
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Una scoperta dietro l’altra: lo sviluppo psicomotorio da 0 a 3 anni

Quando arriva un bebé, i genitori si chiedono che cosa devono aspettarsi dalla sua crescita: quando lo vedranno sorridere per la prima volta, quando dirà le prime parole, quando comincerà a camminare. Ovviamente non ci sono momenti fissi in cui devono accadere determinate cose: non c’è un mese preciso in cui tutti i bambini devono imparare a camminare o a tenere in mano il cucchiaino. Ci sono però delle fasi di crescita, intervalli cioè temporali in cui i bambini tendono ad acquisire determinate capacità, ciascuno con i propri tempi e con i propri ritmi.

La fascia d’età 0-3 anni è un’età meravigliosa, nella quale il bambino si forma e cresce a vista d’occhio! Il sistema nervoso matura e si sviluppa, creando quelle complicate interrelazioni che gli consentiranno di organizzare tutti i movimenti in modo equilibrato. Lo sviluppo psicomotorio è strettamente correlato alle esperienze relazionali che il bambino instaura con gli adulti di riferimento. La relazione con la madre forma il primo sistema per instaurare percezioni, emozioni e significati.

Fin dai primi tre mesi il neonato è attivo nella passività: manda segnali, che la madre coglie, creando una relazione con l’ambiente. Dimostra con “urletti” di gioia di essere in grado di ricordare vissuti di soddisfazione per la vista della mamma, del biberon; afferra con entrambe le mani oggetti noti, associati a situazioni di benessere; è attratto dai rumori e si gira per seguirli, specialmente se il rumore è legato a esperienze precedenti; con le mani esplora il proprio corpo e il corpo dell’altro e si evidenzia il desiderio del bambino di agire.

Già nel quinto mese di vita, se il bambino è abituato a stare disteso su un tappeto morbido in posizione prona, sa appoggiarsi sulle braccia e sollevare le spalle, sa spingersi all’indietro e sa bilanciare il corpo in modo da liberare una mano per afferrare un oggetto.

Al sesto mese il bambino rotola, il linguaggio è ricco di vocalizzi e lallazioni. Durante il settimo e l’ottavo mese i movimenti acquisiscono maggiore finalità allo scopo e si arricchiscono di nuovi schemi operativi.

Dal nono al dodicesimo mese la relazione con l’adulto si arricchisce notevolmente: il bambino vuole rendere partecipe l’adulto delle sue conquiste, gli mostra gli oggetti sorridendo, evidenzia soddisfazione ad essere guardato ed ascoltato.

Dal tredicesimo al diciottesimo mese il bambino realizza abilità cheaffrontare con successo anche le scale: il bambino osserva i fenomeni, confronta i dati delle esperienze passate con le presenti e “inventa” nuovi schemi motori al fine di ricercare nuove relazioni tra sé e l’ambiente. Questo periodo segna il passaggio da uno stadio pre-linguistico ad uno linguistico, è la fase della “parola-frase” tramite la quale una parola sottende il significato di una frase intera.

Dal diciannovesimo al trentaseiesimo mese il bambino rafforza la sua possibilità di intervento sull’ambiente. Regola il proprio comportamento e desidera imparare a fare da solo e chiede all’adulto di interessarsi alle attività a cui si sta dedicando: si struttura il processo di socializzazione.Il bambino sale e scende le scale senza appoggio ma senza alternanza di piede, corre con mediocre sicurezza, esegue un salto a piedi uniti.

Alla fine dei primi tre anni di vita si completa il controllo sfinterico sia diurno che notturno.

Ogni bambino si sviluppa secondo proprie modalità. Pertanto è impossibile dire esattamente quando un singolo bambino sarà in grado di raggiungere perfettamente una determinata fase di sviluppo motorio. La conoscenza delle tappe di sviluppo può dare un’idea dei cambiamenti che avvengono in un bambino che cresce e non bisogna allarmarsi se lo sviluppo del singolo bambino ha un decorso leggermente diverso da quanto previsto. L’osservazione dei bambini nel loro ambiente naturale, come in famiglia e nella scuola, rappresenta una risorsa di informazioni molto importante per capire le esigenze psicologiche e fisiche di ciascun bambino in un così delicato momento della propria crescita.

Roberta Bernardi fotodi Roberta Bernardi per Psicologiamo.
34 anni, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta, Roberta ha recentemente dato alla luce Azzurra ed Aurora. Attualmente impegnata in PhD presso l’Università degli Studi di L’Aquila, è specialista in psicopatologia infantile e adolescenziale con annesse problematiche familiari. BLOG: PSICOLOGIAMO