L’Aquila celebra il 750 ° dalla sua prima ricostruzione

7 aprile 2016 | 15:17
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L’Aquila celebra il 750 ° dalla sua prima ricostruzione

Lunedì prossimo saranno trascorsi 750 anni esatti dall’avvio della prima ricostruzione che, datata 1266 e resasi necessaria dopo le razzie e le distruzioni portate avanti da Manfredi di Sicilia nel 1259, interessò la città di L’Aquila; per celebrare al meglio questo anniversario il tessuto associazionistico del capoluogo d’Abruzzo, con il supporto di Comune e Comitato Perdonanza, ha predisposto un ricco carnet di eventi i quali, in equilibrio tra rievocazione storica e convegnistica d’ambito, si svilupperanno tra il 9 e l’11 aprile.

Scendendo nel dettaglio, il momento maggiormente simbolico della due giorni si svolgerà nel pomeriggio di sabato, quando, come spiega il Coordinatore del Comitato Perdonanza Alfredo Moroni, “tre distinti cortei storici, partiti in contemporanea da Piazza Duomo, Palazzo Margherita e dalla Fontana Luminosa, si ritroveranno ai Quattro Cantoni per poi procedere compatti verso quello che, ad oggi, è un vero e proprio punto di centralità civica, ossia la Basilica di San Bernardino”.

“In coda ad uno dei cortei – chiosa Cesare Ianni, del Gruppo di Azione Civica Jemo ‘Nnanzi – saremo presenti con il nostro tricolore, a simboleggiare come sia necessario mantenere un filo rosso che leghi tutta la storia di una città che, partendo dalle origini ed arrivando fino alla contemporaneità, ha sempre avuto nel DNA le qualità della caparbietà e della resistenza alle difficoltà”.

Tornando a parlare dell’ambito della rievocazione storica questa (a cavallo tra la mattinata ed il pomeriggio di sabato) si andrà a sostanziare, nella cornice di Piazza San Bernardino, sia in installazioni curate dalle associazioni Uomini d’Arme, Rosso d’Aquila e Virtus Sagittae, sia nelle esibizioni dei gruppi Concentus Serafino Aquilano, Bandierai dei Quattro Quarti, Sbandieratori e Figuranti Città di L’Aquila e Falconieri – Antonello Dundee.

A tutto questo, come accennato in apertura, si intreccerà anche un appuntamento convegnistico intitolato proprio “I 750 anni della città di L’Aquila”.

Spiega Moroni: “Esponenti della nostra Università e, tra le altre, delle Associazioni Archeoclub, Italia Nostra e Panta Rei, sviscereranno ambiti specifici della prima ricostruzione urbana, come ad esempio lo sviluppo dei cantieri o, grazie all’intervento di Monsignor Orlando Antonini, le particolarità che, all’origine della città, caratterizzavano la sua architettura sacra”.

Grande mobilitazione civica, insomma, e, come afferma Cesare Ianni “tutti coloro che si sono dati da fare per la buona riuscita di questa manifestazione hanno agito gratuitamente ed animati solo ed esclusivamente dall’amore per L’Aquila e dalla volontà di continuare a muoversi nell’ottica della ricostruzione sociale”.

Ricostruzione sociale, ma anche identitaria.

E, sotto questo aspetto, in ambito artistico ci sono pezzi importanti che dal capoluogo d’Abruzzo sono poi migrati verso altri lidi: si tratta dei cosidetti “Tesori in esilio”, cui il gruppo di studio Lo rivoglio all’Aquila dedicherà un’apposita mostra fotografica ospitata nella sede del Provveditorato Interegionale alle Opere Pubbliche.

Dall’assenza, alla presenza.

Come quella delle mura urbiche “simbolo per eccellenza della città-territorio – afferma Sandro Zecca di Archeoclub – e che proprio a fine anno compiranno 700 anni, essendo state realizzate nel 1316; questo compleaano sarà al centro sia del focus loro dedicato nell’ambito di questa due giorni, sia di un evento futuro previsto tra settembre ed ottobre”.

A suggello della manifestazione per il 750esimo dalla seconda fondazione aquilana, infine, l’Istituto Superiore “Da Vinci-Colecchi” (con il suo indirizzo Alberghiero) offrirà alla città una torta di compleanno, mentre è già stata emessa una cartolina celebrativa.

“Magari – chiosa Cesare Ianni – tra 100 un aquilano se la troverà tra le mani e, come è capitato a noi riscoprendo le fotografie scattate un secolo fa da Amelia Sperandio, rifletterà sull’importanza che la memoria del passato deve avere nel processo sotteso alla costruzione di un futuro migliore”.