Pedone resta invalido, gli chiedono risarcimento danni per l’auto che lo ha travolto

12 maggio 2016 | 16:02
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Pedone resta invalido, gli chiedono risarcimento danni per l’auto che lo ha travolto

Questa vicenda mette in dubbio il dogma con cui tutti noi siamo cresciuti: il pedone investito ha sempre ragione. Il 6 febbraio dello scorso anno un uomo  è stato investito da un’automobile mentre stava salendo su un marciapiede nei pressi della fermata del bus della frazione di Preturo. Si tratta del padre della signora Erina Panepucci, conosciuta come presidente dell’associazione Vittime della strada e mamma di Giuseppe Magnifico, che ha perso la vita a 23 anni travolto da un’auto in corsa sul rettilineo di Sassa.

A distanza di più di un anno dall’incidente del padre, la famiglia Panepucci si vede recapitare una raccomandata nella quale un avvocato aquilano scrive per conto dell’investitore chiedendo il risarcimento dei danni subiti dalla sua autovettura. “Tutto ciò è indecente!” – dichiara Erina Panepucci. “L’avvocato con cui vorrei parlare si fa negare al telefono, non voglio pensare che conosca le condizioni di salute di mio padre”.

Il signor Panepucci dopo l’incidente resta invalido. “Dopo otto mesi di clinica riabilitativa siamo riusciti a portarlo a casa con infinite difficoltà, e tutt’ora deve sottoporsi a sedute giornaliere di fisioterapia per potersi muovere con l’ausilio della stampella. Lui prima dell’incidente era un uomo sanissimo con la patente rinnovata fino al 2018 e che si prendeva cura di mia madre non vedente”.

L’uomo a fine mese dovrà subire un altro intervento chirurgico. “La morale e l’etica dove sono? Una lettera del genere indirizzata a un uomo di 82 anni! Questo incidente ha stravolto l’esistenza delle nostre famiglie!”

Il giorno dell’incidente la viabilità tra Preturo e Coppito era più pericolosa del solito: c’era un cantiere che interrompeva il transito sul marciapiede e le strisce pedonali sono tutt’ora cancellate, quindi il signor Panepucci anticipò l’attraversamento e questo gli costò molto caro.

La famiglia non volle procedere per querela di parte (lo scorso anno ancora non c’era il reato di omicidio stradale) perché non voleva creare problemi all’uomo alla guida della vettura. “L’incidente ha fatto volare mio padre di 10 metri. Ha riportato la frattura del bacino, della tibia, trauma cranico, punti di sutura ed emorragie interne per le quali saranno necessarie trasfusioni. Eppure io e mio fratello decidemmo di non procedere contro il signore. Adesso che sono scaduti i termini ci vediamo recapitare questa raccomandata!”