Medici per l’ambiente: ‘Noi, un sistema contro il sistema’

28 maggio 2016 | 23:18
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Medici per l’ambiente: ‘Noi, un sistema contro il sistema’

“Noi siamo figli delle stelle”. Non è solo una citazione di musica popolare, ma un’ efficace sintesi della stretta correlazione tra l’uomo e l’intero universo, più in particolare l’ambiente terrestre.

Così come esiste un continuo dialogo tra i nostri organi periferici e il sistema nervoso centrale, le stesse interferenze avvengono tra l’interno e l’esterno del nostro organismo, tra micro-organismi più piccoli di noi e macro-organismi più grandi.

Viaggia su queste note espressive il convegno che si è svolto oggi a L’Aquila presso la Facoltà di Medicina : “ Ambiente fisico, sociale e salute : cambiamenti climatici, inquinamento, relazioni sociali, caratteristiche della cura. Una visione integrata dei determinanti di salute e malattia.”

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L’appuntamento fortemente voluto e patrocinato anche dall’Ordine dei Medici della Provincia di L’Aquila, come evidenzia il Presidente Maurizio Ortu, è stato organizzato dall’ ’Associazione Internazionale Medici per l’Ambiente – ISDE Italia’ , in collaborazione con il ‘Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente’ dell’Ateneo aquilano, insieme alla SIPNEI ‘Società Italiana di Psico-neuro-endocrino-immunologia’.

“ Un’occasione per sottolineare che l’Ordine non deve essere una lobby – spiega Ortu – ma deve coltivare un rapporto stretto con l’ambiente universitario e svolgere una funzione di tutela per la società, in cui il soggetto malato non può essere sottoposto all’applicazione di mere linee guida, alla stregua di bulloni da avvitare”.

Tre sessioni seguite da una tavola rotonda finale, dedicate a presentare un approccio olistico integrato all’analisi delle cause della malattia, spaziando dalla natura delle relazioni sociali , ai cambiamenti climatici causa di scarsità alimentare, guerre economiche e migrazioni di massa, fino ad approdare alle conseguenze patologiche dell’ inquinamento ambientale.

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Recentemente l’ISDE si è già schierata pubblicamente contro l’incenerimento dei rifiuti e la produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biomasse e biogas, dimostrando il rischio ambientale e sanitario insistente nei territorio limitrofi alla localizzazione di tali impianti.

Tema particolarmente caldo anche  nella città di L’Aquila, dove si è costituito da anni un comitato civico ‘ No Biomasse’ , a supporto dei ricorsi legali intentati da singoli cittadini e associazioni, contro l’insediamento di una centrale a biomasse in zona Monticchio.

Tra i relatori, il Prof. Rosario Savino, neuropsichiatra e socio SIPNEI Campania, ha rappresentato la propria esperienza lavorando in un sito a stretto contatto con la ‘ Terra dei Fuochi ‘ :

“ Occupandoci di neurosviluppo, abbiamo deciso di studiare le correlazioni tra inquinamento ambientale e sviluppo di patologie quali ad esempio lo spettro autistico, supportati anche dalle conclusioni di un lavoro del Massachusetts Institute of Technology, in cui si attesta che attualmente soffrono di disturbi autistici 1 su 68 soggetti nati sani e che nel 2025 questo dato salirà a 1 su 2 nati sani  : tra meno di dieci anni, sarà la metà della popolazione a soffrire di autismo, una pandemia silenziosa causata da inquinamento ambientale.

Nel nostro territorio contaminato, la situazione è drammatica anche su un altro fronte : i dati del Ministero della Sanità sottolineano l’incidenza molto elevata di leucemie durante il primo anno di vita e un picco di tumori nel sistema nervoso centrale – continua Savino -. Spesso non c’è dialogo tra la Ricerca Pura e chi si occupa di Clinica sul territorio : oggi si iniziano osservazioni e azioni mirate dopo il secondo anno di età, ma è già troppo tardi, abbiamo gli strumenti per agire sin dal primo anno di vita. A Scampia vogliamo realizzare un centro studi sui disturbi del sistema nervoso che si avvalga della collaborazione di pediatri, consultori ,  professionisti sanitari e operatori della cura, oltre al contributo fondamentale della associazioni di cittadini :è stato proprio grazie ai cittadini e ai genitori dei bambini malati, che abbiamo avuto la possibilità di  sistemare e bonificare, da cespugli ed erbacce, il sito dove sorge la struttura e dove vogliamo realizzare un orto sociale e una cucina sociale. Sono venuti ad aiutarci con i loro trattori.

Un nuovo sistema contro ‘ O SISTEM’, perché a Scampia di persone che lottano e lavorano ce ne sono veramente tante”.

‘Lotta agli inceneritori’ è il monito che arriva anche dal Prof.Mauro Bologna, Ordinario di Patologia Generale dell’Università di L’Aquila, presidente eletto PNEI e coordinatore del Master di II livello in PNEI :

“Per gli impianti già attivi bisogna esigere una corretta manutenzione, un monitoraggio serrato. Tra l’inceneritore, il mucchio di immondizia a cui si dà fuoco e la nostra tavola con prodotti contaminati, il percorso è breve.

Abbiamo partecipato a una ricerca dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, che ha condotto un monitoraggio sui territori circostanti a un inceneritore attivo in Puglia : questo ha portato al sequestro delle greggi a causa della carne contaminata, soprattutto le parti grasse. Ci sono infatti molte sostanze derivate dalla combustione, tipo la diossina, che sono solubili nei grassi e lì vanno a permanere, altamente tossiche e con elevata azione cancerogena attestata dalla stessa Società Internazionale per la Ricerca sul Cancro.”

Il messaggio, lanciato quindi da una parte sempre più consistente della comunità medica, segna un’ apertura importante a un approccio olistico della prevenzione primaria, della diagnosi e della cura, affinché si combatta il dualismo innanzitutto tra studi medici e studi psicologici.

“Siamo in un certo senso come i personaggi del romanzo di Ignazio Silone : come a Fontamara, ci chiediamo ‘ che fare ? ’ riguardo i soprusi e le circostanze attuali – dichiara il Prof. Francesco Bottaccioli, docente di Psiconeuroendocrinoimmunologia , direttore del Master in PNEI all’Università di L’Aquila e presidente onorario SIPNEI -. Dobbiamo chiederci dove possiamo agire, cosa possiamo cambiare, sia a livello individuale che sociale, anche attraverso l’attività di associazioni volte a migliorare le condizioni del nostro mondo, fortemente impattato dalle attività umane .

La classe politica purtroppo risulta sempre più sorda alle problematiche ambientali e alle diseguaglianze sociali , di cui l’Italia gode il triste primato europeo di incremento negli ultimi 20 anni”.