La Legge Severino non è uguale per tutti

11 giugno 2016 | 17:19
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La Legge Severino non è uguale per tutti

di Francesca Marchi

La Severino non è una legge per tutti. Lo dicono i fatti: Tommaso Navarra è il nuovo presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La nomina è stata accompagnata da un silenzio tombale che stona con i dibattiti accesi dei mesi scorsi. Navarra è stato consulente legale del Parco dal 31 agosto 2006 fino al 9 luglio 2015. Questi sono dati pubblici che si trovano spulciando sul sito dell’ente Parco.

La presunta inconferibilità stabilita dalla legge Severino impedisce di assegnare incarichi a soggetti che abbiano svolto attività di consulenza nei due anni precedenti per lo stesso Ente nel quale si viene nominati, come nel caso di Navarra.L’avvocato teramano ha percepito 29 mila euro dal 2006 al 2015 – lo svela il documento in allegato: Compensi Navarra.

Eppure l’avvocato ha ottenuto la poltrona con tanto di benedizione del presidente D’Alfonso, suo grande sostenitore. A sbloccare la nomina ci ha pensato il Consiglio dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) che ha giudicato l’inconferibilità di questo caso del tutto insussistente.

La nomina era arrivata già lo scorso gennaio insieme ad accese polemiche.

Poi cos’è successo? O meglio cosa accadeva a gennaio nel capoluogo di regione? Si combatteva una battaglia politica per la nomina del manager della Asl 1, battaglia che aveva  spaccato la politica, i partiti e creato divisioni anche all’interno delle stesse forze politiche. Ma dall’altro lato la stessa nomina ha rafforzato “l’asse Cialente – D’Alfonso” lasciando ai margini della competizione lo stesso consigliere regionale Pietrucci, che l’ha tanto combattuta, e gli stessi fratelli Di Pangrazio.

Tra i sostenitori dell’attuale dirigente Tordera, infatti, c’era in prima linea proprio il sindaco Cialente. Magari dopo aver sudato sangue per Tordera il primo cittadino ha lasciato andare la nomina del presidente del Parco. Una sorta di equazione politica che darebbe risposta anche alla scomoda domanda: Come ha fatto a farsi scappare una nomina così importante un comune che ha la metà del suo territorio all’interno dell’area protetta del parco?”. L’interrogativo si fa forte in un momento come questo in cui si decide il turismo ed il rilancio del territorio aquilano, in cui al centro della discussione politica dovrebbe esserci la capacità di governo e non la poltrona.

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