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La psicodiagnostica in età evolutiva

12 giugno 2016 | 17:50
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La psicodiagnostica in età evolutiva

La psicodiagnostica è quella disciplina che si occupa della valutazione psicologica in cui vi è la ricerca e il riconoscimento di alcuni segni e/o sintomi che permettono di chiarire il quadro globale di personalità del bambino in oggetto, attraverso i colloqui clinici, l’uso di test e valutazioni osservative.

Le principali problematiche dell’età evolutiva sono:

  • difficoltà scolastiche,
  • disturbi del sonno,
  • disturbi alimentari,
  • disturbi dell’attenzione e della concentrazione,
  • iperattività e disturbi della condotta,
  • depressione,
  • stati d’ansia,
  • enuresi,
  • disturbi della comunicazione e del linguaggio,
  • disturbi dello sviluppo,
  • problemi di adattamento in particolari momenti di cambiamento come l’inserimento all’asilo, il cambiamento di casa, la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, o un evento traumatico.

Il tipo di tecniche e strumenti usati variano di volta in volta, in base al contesto e allo scopo della valutazione, all’età e al tipo di eventuali difficoltà dei soggetti valutati.
I risultati di tale indagine permetteranno di esplicitare il funzionamento psichico del soggetto in questione e, quindi, di indicare possibili strategie risolutive al disagio portato.

La valutazione psicodiagnostica, in via generale, si svolge in due incontri.

  1. Il primo incontro prevede un colloquio introduttivo tra lo Psicologo e il/i genitore/i in cui vengono raccolti i principali dati anamnestici del bambino e viene esposta la modalità di esecuzione della valutazione. Nello stesso incontro avviene l’osservazione del bambino e, successivamente, la somministrazione dei test.
  2. Il secondo incontro prevede, in seguito all’organizzazione dei dati raccolti nel corso della valutazione (inclusa la codifica dei test somministrati), la restituzione di un referto psicodiagnostico, cioè la comprensione e “traduzione” dei segnali che il bambino sta mandando ai genitori attraverso le manifestazioni patologiche e la diagnosi clinica in caso di patologia esistente.

Poiché la valutazione psicodiagnostica in età evolutiva si effettua anche mediante strumenti di gioco, come il disegno, le favole o le illustrazioni, qualunque momento dello sviluppo è appropriato. E’ sicuramente opportuno prestare una maggiore attenzione ai quei particolari momenti di cambiamento che si verificano nella vita di ogni bambino e che possono costituire momenti di stress. Questa attenzione è dovuta al fatto che ogni nuova situazione, anche se positiva, è nella vita di ogni bambino, un importante cambiamento che porta con sé sentimenti ed emozioni che sono diversi da bambino a bambino e che pertanto vanno compresi nella loro unicità.

La psicodiagnosi in ambito clinico è un processo:

  • Collaborativo: basato sulla collaborazione tra lo psicologo, il paziente e la famiglia (in caso di minori) che lavorando insieme producono una costruzione condivisa del senso e del significato della sofferenza della persona

  • Individualizzato: il percorso è costruito in base alle specificità del paziente, il quale oltre ad essere parte attiva nel processo di conoscenza del proprio funzionamento è anche coinvolto in un’esperienza terapeutica di cambiamento

  • Flessibile: numero di colloqui e gli strumenti abituali della valutazione vengono usati in modo rigoroso, ma anche flessibile e creativo, all’interno di una salda competenza clinica

La finalitàè quella di valutare in modo puntuale e specialistico il disagio psicologico portato e di individuare eventuali risorseper il trattamento. Attraverso l’analisi degli aspetti emotivi, cognitivi e comportamentali la valutazione permette di giungere a un quadro completo e integrato delle motivazioni alla base del disagio.