Luci con i colori dell’arcobaleno illuminano le finestre del GSSI in memoria delle vittime di Orlando e in segno di solidarietà con tutti coloro che hanno subito e tuttora subiscono forme di discriminazione e cieca violenza a causa della propria identità sessuale, di genere, o di qualunque altro tipo.
È una orribile strage, la peggiore carneficina nella storia degli Stati Uniti, quella compiuta dall’uomo che si è introdotto sabato alle 2 di notte (le 8 di domenica mattina in Italia) al bar Pulse, un club per gay a Orlando, in Florida, sparando all’impazzata con un fucile da assalto. Il bilancio ufficiale parla di 49 morti e 53 feriti. Questi i dati resi noti dalla polizia, qualche ora dopo il blitz in cui è rimasto ucciso l’attentatore. Il killer è stato subito identificato: Omar Seddique Mateen, nato nel 1986, americano della città di Port St. Lucie, in Florida, ma di origini afghane. Era una ex guardia giurata.