Grandi Rischi Bis: Boschi e Stati due fiumi in piena

1 luglio 2016 | 21:31
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Grandi Rischi Bis: Boschi e Stati due fiumi in piena

A poco più di una settimana dalla precedente udienza, il GUP di L’Aquila Giuseppe Grieco si è trovato stamattina di nuovo in aula per ascoltare testimoni importanti del filone processuale Grandi Rischi Bis:

Daniela Stati, ex assessore regionale alla protezione civile; Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; Giulio Selvaggi, ex direttore del Centro Nazionale Terremoti.

grandi rischi bis

Tre in particolare sono stati gli argomenti oggetto di approfondimento dell’intero dibattimento: la validazione scientifica della teoria dello scarico di energia favorevolea escludere eventi sismici ‘rilevanti’; la gestione della fase della comunicazione d’emergenza in ambito nazionale e regionale ; la reale motivazione della convocazione della riunione della Commissione Grandi Rischi, avvenuta a L’Aquila il 31 Marzo 2009, pochi giorni prima della scossa principale e distruttiva di magnitudo 6.2.

Il grande assente è ancora Guido Bertolaso, unico imputato per omicidio colposo plurimo e lesioni, in riferimento ai fatti accaduti la notte del grande sisma del 6 Aprile 2009.

Assente anche Franco Barberi, non solo presidente vicario dell’assolta Commissione Grandi Rischi , ma anche fautore dell’omonimo “Rapporto Barberi”, raccolta dati su scala nazionale riguardo i deficit strutturali dell’edificato, fortemente voluta al tempo in cui lo stesso era sottosegretario alla Protezione Civile. Un documento importantissimo citato più volte in aula, che fu redatto alla fine degli anni ‘90 per sondare e censire la vulnerabilità di edifici pubblici e strategici in varie Regioni italiane, tra cui l’Abruzzo.

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In quel rapporto, gli edifici crollati quella notte a L’Aquila, erano stati schedati tutti come “di cattiva qualità” e con indice di vulnerabilità media o alta, ma non è stato ascoltato oggi Barberi, che affida a un fax la comunicazione dell’impossibilità a partecipare all’udienza.

Non si lascia attendere invece Daniela Stati, che ha disertato la precedente convocazione senza alcuna giustificazione e che il Giudice Grieco non ha risparmiato dalla possibilità di prelevamento coatto a domicilio tramite forze dell’ordine, in caso di nuova assenza.

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La Stati viene interrogata relativamente alla telefonata intercorsa con Guido Bertolaso il giorno prima della convocazione della Commissione Grandi Rischi, riguardo cui la teste ha dichiarato di non ricordare i dettagli e ha chiesto ripetutamente fosse riletta la trascrizione in aula. Altro punto sondato, l’origine dell’errato comunicato stampa rilasciato dalla protezione civile regionale, in cui si dichiarava che non erano previste scosse di maggiore intensità rispetto alla sequenza sismica in atto, il cui evento principale si era attestato a magnitudo 4 della scala Richter. L’ex assessore ha inoltre dichiarato di essersi sentita rassicurata sia dal “colloquio telefonico con Bertolaso, sia a seguito della riunione della commissione, durante la quale – spiega la Stati – non sarebbe stata messa in atto alcuna operazione mediatica”, ma tuttavia venne sostenuta la teoria dello scarico di energia preannunciata telefonicamente dall’ex capo dipartimento. “Ricordo di aver chiesto ripetutamente cosa dovessi comunicare alla popolazione e De Bernardinis ribadì che la situazione era favorevole, rassicurando la parte politica che avrebbe dovuto nell’eventualità predisporre ordinanze di evacuazione”, ha sottolineato la Stati. “ Non ero a conoscenza del comunicato di rassicurazione rilasciato il 30 Marzo alle ore 18.33 dalla sala operativa regionale, in cui si asseriva che non erano previste altre scosse nell’aquilano. Quel testo non passò per le mie mani e non fu supervisionato dall’organo politico di protezione civile. Ne venni a conoscenza successivamente -aggiunge la Stati – durante la telefonata con Guido Bertolaso e lui mi rassicurò che avrebbe provveduto a una rettifica”.

Ma quella presunta smentita o rettifica, non fu così efficace e chiara come la gravità della situazione forse avrebbe richiesto. E infatti, a distanza di un paio d’ore, il comunicato rilasciato dal dipartimento nazionale di protezione civile parlava di “sequenza tipica di scosse del tutto normale in aree sismiche come l’aquilano”.

Il sismologo Enzo Boschi è un fiume in piena durante la deposizione e attacca espressamente tutti i funzionari di protezione civile, compresi il Sindaco Cialente e l’ex assessore Stati, presenti alla riunione della Commissione.

Intenso l’intervento del Giudice Grieco nell’attestare la responsabilità politica e la correlazione tra la declassificazione sulla pericolosità sismica subita dal nostro territorio negli anni ’70 – nonostante tutti i dati scientifici premessero per la conferma dell’esistenza di un alto rischio – e lo stato dei 15 edifici coinvolti nei processi per crolli, condotti dallo stesso Grieco, la cui costruzione risalirebbe proprio agli anni ‘ 70.

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“Una cosa di una gravità inaudita di cui non ero a conoscenza, ma che ho appreso approfonditamente durante tutti i processi per crolli che ho presieduto. La normativa antisismica non era in linea con la reale pericolosità geologica e le vittime non sono causate dal terremoto, ma dagli edifici costruiti male”, incalza Grieco.

L’Abruzzo è tutt’ora l’area a più alto rischio sismico d’Europa– gli fa eco Boschi – L’INGV è un organo scientifico, il nostro lavoro si conclude con l’elaborazione della mappa del rischio sismico e con l’analisi scientifica dei dati monitorati ed elaborati. Chi ha il compito operativo, di gestire la comunicazione di emergenza e di interfacciarsi con la popolazione è la Protezione Civile. Nessun sismologo ha partecipato alla conferenza stampa successiva alla riunione, ricordate che la stessa Stati dichiarò di averci chiesto che cosa si dovesse dire, a testimonianza che noi sismologi non partecipammo ( n.d.a. quindi Boschi era stato informato dell’ imminente conferenza). Io non sapevo nemmeno che fosse stata organizzata una conferenza stampa. Ho assistito – continua Boschi – solo a una riunione anomala, la prima a cui ho partecipato in queste condizioni sin dagli anni 80, quando sono stato eletto Presidente dell’ Istituto Nazionale di Geofisica. Una riunione senza alcuna registrazione video, il cui verbale non è stato redatto nell’immediato contrariamente a quanto si è sempre fatto, ma addirittura l’ho firmato appoggiando il pezzo di carta sopra un muro a terremoto avvenuto. La riunione si svolse in tempi molto rapidi e venne interrotta bruscamente, senza che fossero state sviscerate le problematiche. Mai avrei immaginato – conclude il sismologo – che il motivo di tale interruzione consistesse in una conferenza stampa, di cui tra l’altro non conosco i contenuti, perché esiste solo un video senza audio”.

Nell’udienza di oggi è stato ascoltato anche Giulio Selvaggi, presente alla riunione della Commissione pur non essendone membro effettivo, in quanto invitato la sera prima dallo stesso Boschi come supporto tecnico, a fornire un report sulla situazione della sismicità locale anche in base a precedenti evoluzioni storiche. “La riunione a mio avviso non fu né allarmante, né tranquillizzante. Non fui informato esplicitamente che si trattava della riunione della Commissione Grandi Rischi, ma non è comunque mio compito stabilire a quali criteri e a quali regolamenti ci si debba attenere per classificare una riunione di esperti in un modo piuttosto che in un altro.  Non mi è stata impartita nessuna direttiva riguardo la finalità della presunta ‘operazione mediatica’ di cui si discute tanto. Sapevo – ha concluso – soltanto quale sarebbe stato il mio ruolo e infatti, insieme a un pool di esperti, preparammo un rapporto tecnico durante la serata e le prime ore del mattino immediatamente precedenti all’incontro a L’Aquila”.

La prossima udienza, in cui sarà ascoltato Franco Barberi, è prevista per il 20 settembre.