Accord Phoenix, progetto internazionale d’avanguardia

di Roberta Galeotti
Tutto pronto in Accord Phoenix, il nuovo gioiello dell’industria aquilana, per riportare finalmente in vita il dinosauro della Siemens. Almeno per quel che riguarda i locali, perché all’interno dello storico capannone niente è più come prima, da quando si è insediata l’azienda futuristica voluta da Ravi Shankar e Francesco Baldarelli.
La nuova produzione della Accord inizierà dall’ala dei monitor, dove delle enormi macchine separeranno tutti i componenti e daranno nuova vita agli elementi primari.
I dipendenti, ex lavoratori di Siemens e delle sue sfortunate eredi degli ultimi venti anni, dovranno vegliare sulle macchine sofisticatissime, individuate dallo stesso Ravi, tra la tecnologia più avanzata al mondo.
Per collocare nei capannoni gli enormi macchinari tedeschi, alcuni dei quali progettati appositamente per il sito aquilano, gli architetti e gli ingegneri responsabili dei lavori hanno dovuto realizzare degli sbassamenti di tre metri del pavimento, facendo costruire della vasche interrate su misura come alloggiamenti delle macchine.
Realizzate dalle aziende di tutto il mondo e progettate in esclusiva per la Accord, le enormi macchine sono i gioielli di punta della tecnologia mondiale ed hanno dei costi milionari. Per difendere il segreto industriale giornalisti e cameraman non hanno potuto riprendere i macchinari, difesi dal progettista scozzese James Bell.
L’inizio della produzione è slittato a causa dei diversi lavori extra che sono stati necessari sul capannone stesso, il cui tetto è stato completamento rifatto dai nuovi proprietari ed in un punto dovrà essere rialzato di 13 metri per consentire l’inserimento di un silos.
«Siamo una compagnia che rigenera, non ricicliamo rifiuti e non siamo una discarica – ha spiegato lapidario il presidente Accord, Ravi Shankar -. I rifiuti accumulati crescono ed i quantitativi massicci di materiali vanno gestiti e trattati. Noi prendiamo materiali di scarto, anche dell’industria secondaria, e li rigeneriamo fino al 96%, rimettendoli sul mercato sotto forma di rame, alluminio e acciaio. Abbiano 4 linee di rigenerazione: una dedicata ai monitor (televisori, pc o telefonini); uno ai Raee (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche); uno ai Cavi, di tutti i tipi ed uno al vetro delle lampadine. Il cuore dell’azienda è una macchia che triturerà e sminuzzerà i materiali che poi saranno congruamente divisi. Complessivamente la linea di produzione è composta da 35 macchinari. Il trattamento è tutto meccanico e affatto chimico».
«Avremmo potuto realizzare lo stabilimento in un’altra qualunque struttura – ha chiarito Francesco Baldarelli, direttore dello stabilimento -, ma abbiamo voluto rispettare il sentiment della città e ripartire da questo stabilimento che ha un valore significativo per gli aquilani. L’intervento di recupero ha un investimento di 10 milioni di euro da parte di Invitalia e di 40 milioni da parte nostra.»
«Accord Phoenix rappresenta uno degli investimenti stranieri più importanti in Italia» ha chiarito alla platea il presidente di Invitalia, Giancarlo Innocenzi Botti, che grazie ad un forte legame di amiciazia personale con Baldarelli ha eccezionalmente partecipato a questo incontro con gli aquilani affinchè si toccassero con mano gli avanzamenti ed i progressi dei lavori.
«Sono 146 i lavoratori dell’ExPolo elettronico rimasti senza occupazione di cui circa 130 saranno riassorbiti dalla Accord – ci spiega Clara Ciuca, sindacalista del settore metalmeccanico Uil, che insieme ai rappresentanti delle altre sigle ha seguito alacremente tutta la procedura di insediamento della Accord -. Molti lavoratori da aprile dell’anno scorso non percepiscono reddito e solo in 30 continuano ad avere la mobilità. L’Accord assorbe un mercato importante che darà all’Aquila una grande possibilità crescita occupazionale anche con l’indotto dei rifiuti e dei materiali rigenerati. Il vero lavoro importante sarà rendere utile e produttiva questa innovativa azienda».
Il direttivo aziendale è composto dal presidente Ravi Shankar; dal direttore Francesco Baldarelli; dal responsabile finanziario Michele Polini, dal responsabile della logistica Ugo Capezzali; dalla responsabile del personale Michela Santoro; dal responsabile della Struttura Giancarlo; dal coordinatore dei lavori James Bell e dal direttore dei lavori Gino Prosperini.