Come non pago i contributi, l’Italia che non va

di Roberta Galeotti
Succede che dopo una vita trascorsa a studiare ingegneria, riesci a trovare lavoro in uno studio tecnico a L’Aquila, nel più grande cantiere d’Europa.
A fine mese le buste paga si scontrano e si confrontano tra colleghi, anche involontariamente, e l’amarezza prevarica ogni tipo di buon senso.
Un ingegnere, neo laureato, assunto al primo livello del CCNL ha un lordo di 1.900 euro in busta paga ed un netto di soli 1.400 euro circa. Trattenute Irpef e contributi per un totale di 537 euro al mese.

Un lavoratore straniero, per le politiche di integrazione e sostegno sociale messe in campo dai governi italiani in questi ultimi anni, ha un lordo di 1.900 euro in busta paga ed un netto di 1.900 euro. Questa disparità, ingiusta e feroce agli occhi del giovane ingegnere, è il frutto di una politica assurda, abituata a disegnare su carta le innumerevoli strade dell’Italietta rassegnata che continua a giocare questo gioco di ruoli, senza alcun senso civico, senza nessun amor proprio, senza la speranza di cambiare e migliorare questo piccolo mondo.
Nella busta paga allegata a questo articolo, che ci è stata inviata da un nostro lettore, l’immigrato riceve mensilmente più di 300 euro di assegni familiari, per la moglie ed i figli che vivono nel suo paese di origine; riceve l’indennità di mensa, l’indennità di spostamento dal container fino a L’Aquila; l’indennità di alta quota e, in più, i contributi non vengono versati ma interamente pagati al lavoratore in busta paga.

QUALCUNO CI PUO’ SPIEGARE PERCHE’ QUESTO ACCADE?
IN BASE A QUALE NORMATIVA?
QUALE ERA L’INTENZIONE DEL LEGISLATORE QUANDO HA STABILITO QUESTO?

In edilizia, poi, questi lavoratori, immigrati in Italia senza famiglia, vivono nei container forniti dalle aziende, con bollette e televisione pagata dall’azienda, pulmino che li prende e li riporta, donna delle pulizie e, per i più fortunati, wi-fi incluso. I soldi pagati dalle aziende italiane a questi uomini stranieri non vengono rimessi in circolo in Italia, se non per le ricariche telefoniche e per la spesa… il resto vola a casa dalle mogli e dai figli, che con 1700 euro al mese si vedono recapitare una bella ricchezza…
Il giovane ingegnere, invece, oltre a vedersi scorporare dalla busta paga i contributi versati dall’azienda all’ente previdenziale, con i soldi percepiti a fine mese paga l’affitto, il canone televisivo, la benzina, l’auto e le bollette… in Italia, naturalmente.