La politica delle autostrade

Toto: c’è chi dice sì

Nove gallerie più lunghe di un chilometro, di cui una che attraverserebbe il Sirente per 13 km. I Simbruini sarebbero perforati da un traforo di quasi 10 chilometri. Due sono tra Parco nazionale d’Abruzzo Lazio Molise e Roccaraso, uno sotto la Montagna Grande e il Genzana. Un totale di 50 km di tunnel.

Fino a qualche giorno fa questi dati non si sapevano. Gli attivisti del Forum H20 ho hanno definito Totoleaks : per un anno le mappe dei progetti di ammodernamento e messa in sicurezza della A24 e A25 sono circolate in ambienti circoscritti e solo in formato cartaceo. Ed è vero che solo grazie alla mobilitazione dei movimenti e delle associazioni ambientaliste si è arrivato ad un dibattito sul megaprogetto del patron delle autostrade abruzzesi Carlo Toto.

Mentre il fronte del no si ingrossa a dismisura, a partire dal Forum H20 con le associazioni ambientaliste, fino ad arrivare agli amministratori dei territori che verrebbero tagliati fuori dal progetto – con in testa la Valle Peligna, che già promette battaglia con il sindaco di Pratola e Presidente della Provincia De Crescentiis, e Sulmona, con la gerosolimiana sindaca Casini – ce n’è uno, che tanto piccolo non è, che parla del progetto di Toto come di un’occasione di crescrta, di inclusione sociale e di “valorizzazione dei nostri territori”.

Si è tenuta ieri a Castelvecchio Subequo una partecipata assemblea con sindaci e amministratori della Valle Subequana e dintorni che al progetto di Toto dicono senza alcun dubbio sì: perché il nuovo percorso autostradale porterebbe ad uno sviluppo turistico locale, avvicinerebbe l’area subequana alla Marsica e al Lazio anche in previsione di eventuali unioni dei comuni, garantirebbe una questione di maggiore sicurezza per gli automobilisti soprattutto per quanto riguarda i tratti, piuttosto pericolosi in inverno, compresi tra Pratola e Pescina e fra Valle del Salto e Carsoli.

mappe toto A24

Insomma, per i sindaci della Subequana si rivalorizzerebbe un territorio marginalizzato negli ultimi 50 anni “con vantaggi anche sotto il profilo dei servizi sanitari e sociali”: una sorta di compensazione rispetto a quello che doveva essere il tracciato originario della autostrada, che prevedeva una centralità maggiore della Valle, e che poi è stato mutato così come è ora.

Tutti favorevoli, con il sindaco di Castelvecchio Pietro Salutari in testa, nonostante gli allarmi ambientali, idrogeologici – fra cui un danno notevole alle falde acquifere – e di sicurezza sismica diffusi dalle associazioni assieme alle famose carte (Toto asfalta l’ambiente, ecco le mappe).

A rassicurare ci pensa anche Cesare Ramadori,  amministratore delegato della società del gruppo Toto, che in una intervista su Il Centro minimizza sugli interventi che si farebbero a fronte dei presunti vantaggi, e al tempo stesso fa intendere che senza allungamento della concessione fino al 2050 non farebbero nulla: anzi. “Siamo pronti a recedere dal contratto e a farci revocare la concessione. Non possiamo far fallire la società per mettere in sicurezza una strada che tra quindici anni non gestiremo più”, dice, ponendo un aut aut che mette alle strette gli interlocutori politici coinvolti.

La vicenda pare di fatto essere tutta politica e, all’interno di questo ambito, tutta giocata sui presunti vantaggi che il cambiamento del tracciato porterebbe ad un territorio piuttosto che ad un altro: “Molti consiglieri regionali, molti “ex politici” che oggi hanno incarichi nelle segreterie di assessori e nella segreteria del presidente D’Alfonso, erano con noi nella battaglia contro il terzo traforo. Ci aspettiamo che dicano qualcosa. Non si può essere “per la tutela dell’ambiente” e “devastatori” al tempo stesso.” sottolineano dall’associazione Mountain Wilderness.

Ma se è Bruxelles a decidere sulle concessioni (lo farà presumibilmente a fine anno), in Regione Toto potrebbe avere le spalle coperte, se è vero che solo un intervento dell’opposizione la scorsa settimana ha impedito che passasse, in Giunta, una delibera di presa d’atto del progetto aggiunta all’ultimo momento (Tutti contro Toto… tranne D’Alfonso): la stessa opposizione di centro destra ha richiesto nelle ultime ore di convocare un consiglio regionale straordinario proprio su questo tema.

Preso tempo con un tavolo al quale siederanno gli amministratori locali coinvolti – istituito su pressione di Gerosolimo, contrario al progetto che escluderebbe la Valle Peligna – la Regione dovrà prendere una posizione. E dopo l’esperienza di Ombrina Mare e Powercrop, la parola d’ordine potrebbe e dovrebbe essere una: buon senso.

 

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