Asilo occupato, uno ‘scempio all’infanzia’

19 agosto 2016 | 16:23
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Asilo occupato, uno ‘scempio all’infanzia’

Mandare i bambini a scuola in anonimi contenitori di pvc (i MUSP) e consentire al contrario che una struttura storica come quella dell’asilo in via Duca degli Abruzzi giacesse nel profondo degrado è uno “scempio all’infanzia”.

Così la pensa Franco Marulli, Assocasa UGL, in seguito alle notizie di cronaca emerse nelle ultime ore (Droga all’Asilo Occupato. Giovani denunciati).

“Uno scempio, quello di estromettere un polo scolastico come quello dell’asilo dal cuore della città. La struttura era nata come casa del fanciullo e accoglienza alle ragazze madri, poi diventata asilo con alcune classi di bambini di pre scuola. Dopo il terremoto, la precisa volontà politica è stata quello di spostarli in un anonimo contenitore in pvc, detto Musp, alla periferia ovest dell’Aquila. Perché? Perchè non era garantita la sicurezza per i bambini. Lasciando la struttura nel profondo degrado, qualcuno ha deciso di occupare il plesso, di proprietà del comune e farne una propria attività: oggi ne vediamo le conseguenze gestionali. Sarà la Magistratura a fare chiarezza su quanto avvenuto, trovando i responsabili a tutti i livelli. La struttura poteva avere finanziamenti mirati per fare attività attinenti al pianeta infanzia con centri di aggregazione per le famiglie, biblioteca per l’infanzia, teatro,centro ludico”.

“Un centro aggregante per la famiglia nel centro della città cosi da costruire la città a misura di bambino” aggiunge Marulli. “Niente, i piccoli sono stati “cementati”, messi in un anonimo musp che sta li da 7 anni e tanti ne passeranno ancora, prima che un asilo sarà realizzato in una struttura solida. La generazione dell’infanzia crescerà in strutture provvisorie nella precarietà . L’edilizia scolastica in genere che patisce la mancata ricostruzione. Scelte scellerate che l’amministrazione attiva porta avanti desertificando il tessuto sociale e impoverendo i cittadini.

Portare avanti la ricostruzione solo dei palazzi di proprietà della borghesia e del clero sta creando malumore al terzo stato, (la classe meno agiata), i sintomi già si avvertono e non vorremmo che si tornasse alla rivoluzione Francese dove il popolo si ribellò. Bisogna che la classe dirigente faccia misure concrete anche per l’edilizia scolastica e per quella residenziale pubblica rimaste ferme. La città è in gravi difficoltà abitative, sociali ed economiche.”