I bambini del terremoto, storie di vita e di morte

di Francesca Marchi
Un parco giochi, simbolo del domani, e bambini che giocano tra scivoli e altalene. Un’immagine ‘normale’ in mezzo al dolore e alla devastazione.
Giocano e si rincorrono tra le tende blu e gli accampamenti di fortuna di chi passa queste prime notti all’aperto per sopravvivere alla furia delle scosse continue.
Marisol Piermarini, di soli 18 mesi, è la bambina che è morta nel crollo della casa dove si trovava insieme al papà Massimiliano e alla mamma Martina Turco, una giovane abruzzese scampata al terremoto dell’Aquila nel 2009. Un bambino di 8 mesi, la vittima più piccola, morto insieme al fratellino di 8 anni ad Accumoli. Ad Amatrice hanno perso la vita anche due gemellini di 7 anni, Simone e Andrea e un altro maschietto di 4 anni. Molti i bambini trovati abbracciati alle mamme e ai papà che hanno cercato di proteggerli. Sono queste insieme a molte altre, le vittime più innocenti del terremoto. A oggi non si ha ancora contezza di quanti bambini abbiano perso la vita.
C’è anche chi si è salvato, grazie a Dio. Come i ragazzi più grandi che sono soliti tirare tardi nei piccoli centri di paese. Lo hanno fatto quella notte e sono stati risparmiati dal crollo delle loro abitazioni.
I Vigili del fuoco in prima linea, scavano ininterrottamente da ore. Tra questi c’è il corpo dell’Aquila che ha partecipato all’estrazione della piccola Giulia dalle macerie. “Dai Giulia”, gridano i soccorritori mentre cercano di estrarre il corpo della bimba di 10 anni, bloccata sotto le macerie della sua abitazione ad Amatrice, da 17 ore. I momenti che precedono il suo ritrovamento sono concitati, i soccorritori chiedono a tutti di fare silenzio, di non parlare, vogliono sentire la voce della piccola. Così la sua resurrezione racchiude quella di Leo e Samuele, 4 e 6 anni, salvati da nonna Vitaliana sotto il letto, capaci di guidare i soccorsi con le loro vocine, di scavare a loro volta fino alla luce. E ancora, c’è Elisabetta, 6 anni, che s’è buttata dalla finestra tra le braccia del papà, scampando ai crolli. Storie di vita.