Charlie Hebdo: derisione o denuncia?

Je suis Charlie Hebdo.Oggi molti italiani non si sentono così. La satiranon ha freni nemmeno davanti alle vittime del terremoto. La vignetta dal titolo ‘Terremoto all’italiana’ sta facendo molto parlare. L’immagine mostra due persone insanguinate e altre sepolte a strati dalle macerie, come se fossero il ripieno della pasta con la dicitura: ‘Penne al sugo di pomodoro, penne gratinate, lasagne’. Derisione verso le vittime del terremoto o denuncia verso case, scuole e palazzi di sabbia?A ognuno spetta la sua interpretazione personale, ciò che è certo che la vignetta di Felix dell’ultimo numero del giornale satirico, uscito il 31 agosto, non è passata inosservata. Felix decide di dedicare spazio al terremoto del 24 Agosto in questo modo, aggiungendo nella stessa pagina questa scritta: “Circa 300 morti in un terremoto in Italia. Ancora non si sa se il sisma abbia gridato ‘Allah akbar’ prima di tremare”.
Sconforto dal sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi:“Ma come si fa a fare della satira sui morti? La satira è satira quando fa ridere e qui mi sembra che non ci sia proprio nulla da ridere, visto che è pieno di morti”.
Il vignettista Coco risponde così ai commenti dei tanti italiani che hanno scritto sulla loro pagina Facebook ufficiale. “Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, ma la mafia!”
INDIGNAZIONE SUI SOCIAL – Ecco alcune delle reazioni: “Non siamo più Charlie”, “Ma andate a cagare!!”, “Hebdo ha toppato alla grande”, “Vergogna”.
Sgomento anche dal mondo politico. Anche Calderoli della Lega insorge pur avendo anche lui un passato legato alle vignette. Per aver esibito in diretta tv la maglietta anti Islam provocò incidenti davanti a ambasciate e consolati italiani di diversi Paesi arabi nel 2006. Oggi scrive: “Da oggi per me vale questo hashtag #jenesuispasCharlie”. “La libertà di espressione e la satira non possono trascendere in offese assurde che infangano il dolore delle vittime e il dolore dei loro cari. La vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto che ha colpito Amatrice e gli altri comuni appenninici, con il sangue trasformato in sugo per la pasta è oltraggiosa e fa rabbrividire”.
“La vignetta di Charlie Hebdo è di pessimo gusto, fatta da chi non solo non ha creatività, ma nemmeno sensibilità”, afferma il deputato del Pd Edoardo Patriarca. “Il giornale francese dovrebbe capire la gravità di questa tragedia. E invece, forse per vedere qualche copia in più, ci specula – continua Patriarca -. Anche la satira ha dei confini. Una vignetta che ha alcuna giustificazione editoriale”. Dello stesso parere è un altro deputato del Partito democratico, Michele Anzaldi, che si aspetta “che la Francia, a partire dalle sue istituzioni, prenda le distanze da una vignetta che rinnova il dolore nelle tante famiglie italiane che hanno subito il grave lutto del terremoto. Servono le scuse”.
“Charlie Hebdo pubblica una vignetta satirica sui morti italiani del terremoto. Non fa ridere, non è sagace, non c’è neppure del “sarcasmo nero”. È solo brutta. Si vede che l’ha fatta un cretino. Mi spiace non siano riusciti più a trovare vignettisti capaci”, ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Stesse critiche arrivano del Nuovo Centrodestra: “La vignetta di Charlie Hebdo sul sisma è inaccettabile. È soltanto una offesa alle vittime di un disastro naturale che ha tranciato vite innocenti, anche molto giovani. Non credo che questo possa chiamarsi satira, ma e’ soltanto una lesione del ricordo dei morti e uno schiaffo al dolore dei loro cari”, ha detto la portavoce nazionale, Valentina Castaldini.
Non usa mezze parole il presidente della regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti: “Vignetta imbecille e disgustosa #CharlieHebdo! La satira dovrebbe far sorridere e riflettere. Questa fa davvero solo vergognare. Non me ne vogliano l’autore e il giornale, non è con queste cadute di stile che si difende la libertà”.
“Nella vignetta di Charlie Hebdo non c’è satira né ironia: c’è solo uno stupido insulto verso l’Italia e i morti del terremoto. Conosciamo la linea editoriale corrosiva del periodico francese e ci siamo stretti doverosamente alla sua redazione dopo il brutale assalto terroristico del gennaio dello scorso anno: questo però non può vietarci di dire, proprio per il rispetto che si deve alla morte di persone innocenti, che oggi si è andati oltre ogni buon gusto e buon senso”, afferma Gianpiero D’Alia, presidente dell’Udc e deputato di Area Popolare.