I ricordi del Vicolaccio resistono alle demolizioni

Via Sallustio per gli aquilani è il Vicolaccio, un sostantivo dispregiativo per denominare una delle strade cittadine più animate. Anche in quest’angolo del centro storico la ricostruzione procede e prima ancora le demolizioni. L’immagine ritrae uno dei palazzi della via che viene buttato giù per essere ricostruito ex novo. È il fabbricato che ospitava i negozi Regalcasa e Catenacci, vicino a quelli dell’Upim e della discoteca Mithos, luoghiche racchiudono i ricordi di intere generazioni. La foto di Piercesare Stagni sta facendo il giro del web, accompagnata da nostalgia e ricordi. Dal Vicolaccio si apre un dedalo di vicoli che porta verso altre vie tanto care agli aquilani, quelle che – ante 2009 – per attraversarle dal pomeriggio a tarda sera ti costringevano a sgomitare tra la gente. [Leggi anche : Scorci di una città che rinasce]
VIA SALLUSTIO COM’ERA PRIMA DEGLI INTERVENTI DEGLI ANNI ’50: Su Via Sallustio si è aperto un dibattito interessante proprio sulle pagine de IlCapoluogo.it. Diversi lettori hanno lanciato proposte per la ricostruzione di questo angolo storico sulla base dell’originario disegno urbanistico. Ripensare il Vicolaccio così come era definito prima delle modifiche urbanistiche apportate tra gli anni ’40 e ’50. Anche monsignor Orlando Antonini è intervenuto sulla possibile riqualificazione di Via Sallustio in L’Aquila nuova negli itinerari del Nunzio (2012): “da un lato con il ridimensionamento dei grandi caseggiati che sono stati costruiti lungo la nuova strada e dall’altro per la parte bassa del ‘Vicolaccio’, quella in curva e che prospetta su Via Fontesecco. Nella ricostruzione, infatti, si era pensato opportuno recuperare al possibile la coerenza edilizia della trama anteriore all’apertura, durante il ventennio fascista, di detta Via Sallustio, tracciamento che aveva squarciato senza riguardo la trama urbana antica in questa zona; squarcio che poi, a causa della seconda guerra mondiale, era stato lasciato senza adeguata sistemazione architettonica. Così dagli anni Sessanta del Novecento vi si erano costruiti i noti brutti caseggiati moderni a più piani, che per le loro cubature e forme non costituivano certo l’intervento che occorreva. Il nunzio, pertanto, lasciato un attimo il suo accompagnatore, non poté fare a meno di attraversare il sottopassaggio in parola e andar a vedere la risistemazione post-2009 delle quinte abitative della via, fin su a Via Cavour e oltre, approvandone la regolarizzazione di allineamento, le volumetrie ricondotte ad altezza canonica e le forme rifatte più consone al contesto architettonico del centro storico. (leggi: L’Aquila, un’idea per il ‘vicolaccio’ – Ancora un’idea per il ‘Vicolaccio’)