I tesori nascosti di Palazzo Visconti

di Roberta Galeotti
Le sorprese della Ricostruzione: alla scoperta dei tesori di Palazzo Visconti.
Ricostruzione, un termine che racchiude molti significati e tante sfaccettature, non significa soltanto riconsegnare una casa ad un proprietario e ad una famiglia, che torneranno a viverci riscoprendo ricordi, profumi e luoghi di una vita. Ricostruire significa, per L’Aquila e per gli aquilani, rinforzare, rendere più sicuro, ammodernare, ma soprattutto riportare a nuova vita un palazzo con tutta la sua storia.
Molti palazzi di pregio sono stati ricostruiti in centro, soprattutto quelli vincolati che hanno goduto di una corsia preferenziale e, dunque, più veloce nell’iter burocratico farraginoso della Ricostruzione post sisma.
Tra questi Palazzo Visconti, il palazzo vincolato che fa da cornice a piazza Roio, è stato ricostruito e recuperato dalla Unirest e riconsegnato ai proprietari nel 2014. Diverse famiglie abitano nel palazzo signorile che non ha lesinato sorprese… sotto un pavimento di linoleum è stato, infatti, rinvenuto un pregiato pavimento massello in noce nazionale spesso 6 centimetri ed in tre sfumature di colore. Il pavimento è stato smontato e restaurato, istallato il riscaldamento a pavimento e poi rimontato.
Una bellissima sorpresa che ha riportato alla luce una straordinaria testimonianza della maestria degli artigiani e dei mastri italiani.
Nello stesso palazzo si trovano anche dei pavimenti veneziani originali che sono stati smontati, senza essere tagliati in quadrettoni. La Unirest ha fatto dirigere i lavori di recupero del veneziano da un Maestro artigiano di 82 anni che ha coordinato le maestranze nei lavori di rimozione del pavimento, spesso soltanto 3/5 millimetri. Il prezioso pavimento è stato rimosso con una delicata operazione di estrazione, effettuata con tecniche provenienti da una lunga esperienza nei laboratori dei Musei Vaticani. Il veneziano è stato ritagliato con un delicato lavoro di cesellatura a bordo dei tasselli e portato in Vaticano per il recupero.
Il palazzo ha molti dettagli di grande valore, dall’invetriata novecentesca con intarsi, alla sommità della scalinata; agli affreschi, nel grande salone al primo piano, dove spicca una Madonna attribuita al Patrignani (allievo del più famoso Teofilo Patini) e dei bassorilievi del Maddalena; fino al locale sito sotto il piano stradale, utilizzato come archivio dell’allora Coreco, che presenta delle basole in pietra massiccia e San Pietrini bianchi coevi.