Chiusura di tutte le tendopoli, Amatrice dice no

Dismesse tutte le tendopoli, ad eccezione del campo ANPAS (Ass.ne Nazionale di Pubblica Assistenza), montato ad Amatrice, che allo stato attuale ospita circa 200 persone, oltre che 70 volontari e un centinaio di persone tra forze dell’ordine e vigili del fuoco.
La tendopoli ospita una schiera di bagni chimici, una cucina mobile che prepara circa 1200 pasti al giorno, supportando anche chi vive all’esterno, una lavanderia e spazi dedicati ai bambini, agli anziani e alla socialità. Insomma, una vita di campo che, pur se estremamente disagevole, consente in qualche misura alle persone di restare ancorate alla propria terra e alla propria storia. Le scelte istituzionali vanno, però, in altra direzione.
“Entro il prossimo weekend (24/25 settembre 2016) – annuncia il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi – d’accordo con le istituzioni regionali daremo avvio alle operazioni per consentire in tempi ragionevoli il rientro dei cittadini di Amatrice in edifici più consoni”. Questa tabella di marcia si scontra con la volontà di una parte della popolazione che si rifiuta di allontanarsi da Amatrice e cerca di resistere nelle tende. A restare, ci racconta un volontario della Croce Bianca dell’Aquila, sono soprattutto gli sfollati che hanno una piccola impresa agricola, e ce ne sono molte, in zona: nel cratere, se così possiamo definirlo, sono poco più di 3700 le imprese, 670 delle quali con sede ad Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto.
Si tratta di attività imprenditoriali che insistono, per lo più, nelle frazioni sparse tra le montagne. E’ lì che dovranno essere allestiti subito, questa la promessa, dei container innanzi alle attività per permettere ai piccoli imprenditori di non spostarsi e continuare a lavorare e salvaguardare il futuro economico, perché l’amore per il territorio, potrebbe non bastare. Mac’è anche un’altra ragione: la necessità di partecipare al processo di avvio della ricostruzione e di svolgere una funzione di stimolo e di controllo. Sotto il tendone dell’ANPAS nascono comitati, si discute, ci si organizza e si cerca di guardare al futuro: con i piedi ancorati alle proprie radici forse sarà meno difficile.