L’Aquila non è una città per disabili

26 settembre 2016 | 19:12
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L’Aquila non è una città per disabili

L’Aquila off limits.  Il dibattito si accede con una denuncia: “Non esistono nella zona del centro storico parcheggi riservati a persone disabili, nemmeno allo  Stadio, Fontana Luminosa, viale Nizza, San Bernardino, Villa comunale, Castello e Collemaggio”*- lo scrive Massimo Prosperococco del Coordinamento associazioni disabili. Essere in carrozzina vuol dire ritrovarsi prigionieri di barriere e ostacoli.IlCapoluogo ha trattato più volte questo argomento che tocca da vicino tante famiglie. La viabilità e l’accessibilità ai disabili non sembrano essere tra le priorità: sono stati ricostruiti edifici senza le necessarie migliorie per eliminare le barriere architettoniche.

L’AQUILA E LE BARRIERE ARCHITETTONICHE. LE ASSOCIAZIONI SI DANNO DA FARE: Nella città che ‘combatte’ i mali del post sisma e della ricostruzione le problematiche legate al mondo disabile sembrano passare in secondo piano. Ci sono in prima le famiglie che, vivendo la disabilità da vicino, come quella di un figlio o di un parente, hanno fondato associazioni e centri diurni per sostenere e garantire normalità a ragazzi e adulti. Le associazioni di Via Ficara spesso si sono dovute scontrare con buche, brecciolino che non si sposano bene con le tante carrozzine che ogni giorno raggiungono le sedi delle associazioni, che per questi ragazzi rappresentano una seconda casa.

LA PAGELLA DELLE CITTA’ – ACCESSIBILITA’ E OSTACOLI:Esiste un’Italia accessibile e un’Italia ostile, lo dice la pagella sull’accessibilità delle città elaborata dall’Anmil, l’associazione italiana mutilati e invalidi del lavoro, attraverso le segnalazioni delle sue sedi regionali e i suoi oltre 400mila iscritti. Un’Italia divisa in due, tra il Centro-nord che prova a ridisegnare le città e il Sud che arranca. Vince Torino e perde Agrigento, svetta Reggio Emilia e precipita Roma. E L’Aquila? Guadagna un 2, punteggio che la piazza all’ultimo posto insieme ad Agrigento e Campobasso.

*Massimo Prosperococco: L’Aquila è una città inaccessibile, anzi al contrario è una città che ha risolto i problemi di accessibilità universale semplicemente negando che esistono, nascondendoli sotto al tappeto. Ogni volta che incontro il Sindaco Massimo Cialente o altri esponenti dell’amministrazione comunale gli segnalo una grave problematica sull’accessibilità e come spesso mi consiglia il Sindaco “segnala il problema”, ma questa purtroppo non è la soluzione, la soluzione è piano per l’accessibilità contenuto in un piano di sviluppo urbano della città che negli anni elimini le barriere architettoniche e aumenti la mobilità. Deve essere la “politica” a programmare non il cittadino a protestare per farsi riconoscere un “diritto”. Fatta questa premessa “segnalo” un gravissimo problema che mette L’Aquila al primo posto come città che esclude la persona disabile dalla vita della propria comunità. A L’Aquila non esistono più nella zona del centro storico i parcheggi riservati a persone disabili, stadio, fontana luminosa, viale Nizza, San Bernardino, villa comunale, castello, Collemaggio il nulla, fatevi un giro per capire. Questa volta non sono i cittadini incivili che occupano i parcheggi riservati, ma è l’amministrazione comunale incivile con non ottempera a norme di legge. Dopo una ricostruzione che ha aumentato le barriere architettoniche ci mancava anche questo. Qualche tempo fa andava di moda scrivere sui cartelli di accesso della città “Comune Denuclearizzato” L’Aquila prima in Italia si potrà scrive “Comune inaccessibile a persone disabili”. 

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